Classe di letteratura - volume 3B

160 165 170 175 180 185 190 195 Poi, medicò e rifasciò; aiutato sempre da Giulia. Remigio, accompagnandolo fino al cancello della strada, gli chiese: «Quanto potrà vivere? . Il chirurgo, guardando un cipresso per non far vedere il sorriso che gli era spun tato su le labbra, rispose: «Fino a domattina, forse . Quando il giovane rientrò nella camera, le due assalariate e Luigia mettevano il malato in un altra positura. Giulia, rinchiusi i ferri dentro la cassetta e giunta a metà della stanza accanto, disse a Dinda che veniva dalla cucina con un recipiente d acqua calda: «Io voglio che il padrone parli in faccia a due testimoni. Se muore senza che sia qui il notaio? . Fatta questa domanda, ch era piuttosto una riflessione, tornò lesta in camera e vociò con un aria risoluta e indispettita; senza né meno avvicinarsi al letto: «Vuol chiamare due persone, perché non mi sia negato quel che mi si spetta? . Giacomo, dopo un urlo che fece capire quanto fosse atroce il suo spasimo, le rispose: «Io farò testamento. Chiama il notaio per stasera. Il Pollastri: lo sai . Allora, ella, data prima un occhiata arrogante alle tre donne, gli sorrise; poi uscì. Ma il Pollastri era a fare un altro testamento; parecchie miglia distante dalla città; e fino al giorno dopo, forse, non sarebbe tornato: Giulia l attese invano, fino a buio, seduta sopra una seggiola, morsicandosi le labbra. La mattina dopo, Giacomo era già in agonia; e quando tentava di dire qualche parola, nessuno lo intendeva. Da tutte e due le finestre aperte, l aria odorosa della primavera entrava nella camera. Le anatre schiamazzavano, sguazzando nel fango del fontone;31 e le gal line, che nessuno s era ricordato di governare,32 crocchiolavano33 forte. Un lungo suono di campane scivolava per il cielo; da Siena alta, giù verso la Val d Arbia.34 Un mucchio enorme di nuvolette rosee si radunò sopra i pioppi della Tressa, come richiamato da quel suono. Passavano i barrocci35 e le diligenze. Giacomo aveva gli occhi chiusi, con le palpebre quasi trasparenti e violacee; dalla bocca mezzo aperta, respirava affannando e interrompendosi quando il ran tolo gli chiudeva la gola. Le narici doventavano sottili e ceree. Allora, gli dettero un tubo di ossigeno. Remigio sorreggeva il cannello di gom ma; da cui il gasse36 esciva con un sibilo sottile; e il morente protendeva le labbra, si scoteva e inghiottiva. Una volta sola, aprì la bocca; la lingua e il palato erano chiazzati di rosso scuro. Luigia disse: «Ha arsione. Guarda che asciuttore! .37 Gli accostarono alla bocca un bicchiere, credendo che potesse bevere;38 ma gli rovesciarono l acqua giù per la barba e la camicia. Remigio avvolse a un fuscello 31 fontone: vocabolo tipico del Senese che indica una cavità del terreno alimentata da una fonte, utilizzata per abbeverare gli animali e per fare il bucato. 32 che nessuno governare: delle quali nessuno si era ricordato di prendersi cura. 33 crocchiolavano: chiocciavano (voce onomatopeica per il verso delle galline). 34 Val d Arbia: la valle attraversata dall Arbia, affluente di destra dell Ombrone, ricordato anche da Dante («che fece l Arbia colorata in rosso , Inferno, X, 86) in riferimento alla battaglia di Montaperti del 1260, in cui Siena ghibellina sconfisse Firenze guelfa. 35 barrocci: veicoli a due ruote utilizzati 364 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE per il trasporto di cose. 36 gasse: gas (forma italianizzata). 37 arsione asciuttore: i due termini, di sapore popolare, sono praticamente sinonimi, significando rispettivamente arsura e secchezza . 38 bevere: bere (arcaismo toscaneggiante).

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi