Le opere

IN BREVE Le prime opere della Deledda sono di impronta verista, segnate da una visione cupa e fatalista della vita. La seconda fase della narrativa deleddiana è caratterizzata da alcuni aspetti tipici del Decadentismo e dalla presenza prepotente dell eros. Testo PLUS L eredità di donna Lia (Canne al vento) Testo PLUS Un grido nella notte (Chiaroscuro) | LE OPERE | La prima fase della narrativa deleddiana Dopo l esordio del 1892 con il romanzo Fior di Sardegna, la prima notorietà viene alla Deledda dal romanzo Anime oneste (1895), cui seguono, tra gli altri, La giustizia (1898), Elias Portolu (1903), Cenere (1904; da questo romanzo verrà tratto nel 1916 un film di Febo Mari, con l unica interpretazione cinematografica della grande attrice Eleonora Duse), L edera (1908), Canne al vento (1913). In questa prima fase della sua opera, di sapore veristico, si trova il motivo dell ansia di riscatto dal male riscatto in realtà impossibile inserito in una visione cupa della vita e sullo sfondo di una rappresentazione, più lirica che realistica, della natura e del paesaggio della Sardegna. Della sua terra la Deledda narra cronache e leggende paesane, storie di passioni elementari e di personaggi immersi in un mondo primitivo, quasi favoloso. Su questo universo la scrittrice innesta la propria concezione esistenziale, tragica e religiosa, segnata dal fatalismo e dalla percezione dell immutabilità del destino. Le opere della maturità Con le novelle della raccolta Chiaroscuro (1912) e con i romanzi successivi tra i quali La madre (1920), Il segreto dell uomo solitario (1921), Il Dio dei viventi (1922), Annalena Bilsini (1927), La vigna sul mare (1932), Cosima (romanzo autobiografico uscito postumo nel 1937) si delineano i tratti distintivi del secondo periodo della scrittrice. Affrancatasi ormai da ogni regionalismo, Grazia Deledda fa suoi certi aspetti della sensibilità e del gusto propri del Decadentismo, a partire dalla presenza incombente dell eros, visto come un peccato inevitabile e come una forza prorompente, capace di sovvertire l ordine morale e quello sociale. La madre In una notte di vento, Maddalena scopre che suo figlio, don Paulo, venerato parroco di Aar, ha una relazione con una donna. La madre lo sente uscire e lo segue finché non lo vede entrare in casa di Agnese, una giovane bella e senza parenti. Tornata a casa, la donna decide di aspettare il figlio, ma la sua è un attesa dolorosa, affollata di pensieri angosciosi e di presenze inquietanti, tra le quali quella del demonio in persona, che assume le sembianze dell antico parroco di Aar, uomo dissoluto che beveva e bestemmiava, amico dei briganti, che i paesani credono non sia morto ma viva ancora nascosto in una grotta sotto il fiume. Ma la sua fede è forte, è la corazza che la protegge dagli assalti del maligno. Quando il figlio rincasa, Maddalena trova il coraggio di parlargli. L uomo, profondamente toccato dalle parole della madre, giura che non tornerà mai più da Agnese. La battaglia spirituale che attende il prete è dura, ma l uomo ha la forza di resistere alla tentazione. Agnese, però, non si rassegna all abbandono e minaccia di rivelare a tutti la relazione con il sacerdote, se egli non si allontanerà per sempre dal paese: don Paulo, però, non cede al ricatto. Quando la mattina, salito all altare per celebrare la Messa, vede che Agnese si è alzata per parlare, sente la sua pena sciogliersi in rassegnazione: se lo scandalo avverrà, esso sarà la giusta punizione per la sua colpa. Agnese si incammina verso l altare ma a un certo punto, incapace di proseguire, «come se una muraglia le si fosse d improvviso alzata davanti , cade in ginocchio e tace, Maddalena che ha assistito a tutta la scena non regge alla tensione e si accascia a terra, stroncata dalla paura e dal dolore. Il figlio la trova morta in fondo alla chiesa, con i denti ancora stretti nello sforzo di non gridare. IL GENERE / LA NARRATIVA ITALIANA DEL PRIMO NOVECENTO / 353

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi