D3 - Benedetto Croce, Manifesto degli intellettuali

Il rispetto delle istituzioni rappresenta il rimedio fondamentale a ogni forma di egoismo sociale. L ideale patriottico attinge al passato in quanto patrimonio di valori ereditati dalla tradizione e dagli antenati, e diviene un riferimento da perseguire nel presente e nel futuro. DOCUMENTO 3 L individuo contro lo Stato; espressione tipica dell aspetto politico della corruttela degli anni insofferenti di ogni superiore norma di vita umana che vigorosamente regga e contenga i sentimenti e i pensieri dei singoli. Il Fascismo pertanto alle sue origini fu un movimento politico e morale. La politica sentì e propugnò come palestra di abnegazione e sacrificio dell individuo a un idea in cui l individuo possa trovare la sua ragione di vita, la sua libertà e ogni suo diritto; idea che è Patria, come ideale che si viene realizzando storicamente senza mai esaurirsi, tradizione storica determinata e individuata di civiltà ma tradizione che nella coscienza del cittadino, lungi dal restare morta memoria del passato, si fa personalità consapevole di un fine da attuare, tradizione perciò e missione. Manifesto degli intellettuali antifascisti Benedetto Croce Benedetto Croce nasce a Pescasseroli, in Abruzzo, nel 1866, da una ricca famiglia della borghesia terriera. Studia a Napoli, città che diventa presto la sua dimora abituale. Scampato al terremoto di Casamicciola (1883) in cui perde i genitori, viene accolto a Roma in casa dello zio, il politico e patriota Silvio Spaventa, e vi rimane sino al 1886, studiando giurisprudenza e seguendo poi i corsi universitari di etica di Antonio Labriola. Tornato a Napoli, inaugura una lunga e fervida riflessione filosofica da cui la cultura italiana uscirà rinnovata. Il lavoro intellettuale di Croce si svolge a lungo insieme a Giovanni Gentile, finché ragioni prima speculative e poi politiche rompono la collaborazione tra i due filosofi. Fondatore nel 1903 della rivista La Critica , Croce diventa senatore nel 1910 e ministro della Pubblica istruzione nel 1920-1921; quindi, dopo un iniziale simpatia per il regime fascista, assume a partire dal 1925 un deciso atteggiamento di opposizione, redigendo il Manifesto degli intellettuali antifascisti. Caduta la dittatura, torna per breve tempo alla vita politica attiva, come ministro senza portafoglio dall aprile al luglio 1944; è inoltre deputato alla Costituente e, dal 1948, senatore. Nel 1947 viene nominato socio onorario dell Accademia dei Lincei, della quale era stato in passato socio nazionale; nello stesso anno fonda a Napoli l Istituto italiano per gli studi storici. Muore a Napoli nel 1952. L autore Croce afferma la propria concezione elitaria del ruolo dell intellettuale, che deve mantenersi al di sopra della lotta politica, esclusivamente impegnato nello studio e non contaminato da volgari interessi pubblici. Il 1° maggio 1925, qualche giorno dopo la pubblicazione del Manifesto degli intellettuali fascisti, sulle colonne del quotidiano Il Mondo compare la risposta degli intellettuali ostili al fascismo. A firmarla è Benedetto Croce, il quale afferma la propria opposizione a ogni regime che limiti le due inalienabili libertà dell uomo di cultura: quella di stampa e quella di opinione. Del manifesto crociano presentiamo qui la parte saliente. E, veramente, gl intellettuali, ossia i cultori della scienza e dell arte, se, come cittadini, esercitano il loro diritto e adempiono il loro dovere con l iscriversi a un partito e fedelmente servirlo, come intellettuali hanno il solo dovere di attendere, con l opera dell indagine e della critica e le creazioni dell arte, a innalzare parimenti tutti gli uomini e tutti i partiti a più alta sfera spirituale affinché con effetti sempre più benefici, combattano le lotte necessarie. Varcare questi limiti dell ufficio a loro assegnato, contaminare politica e letteratura, politica e scienza è un errore, che, quando poi si faccia, come in questo caso, L EPOCA E LE IDEE / 31

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi