T13 - La casa dei doganieri

La casa dei doganieri / T13 / Le occasioni / La forza della memoria / In questo componimento, pubblicato per la prima volta nel 1930 sull Italia letteraria , Montale si rivolge a una donna ormai lontana, identificabile con Arletta (Anna degli Uberti), musa della sua prima stagione poetica. A custodire il ricordo della casa dei doganieri il poeta è rimasto solo, in un presente fatto di dubbi, angosce, frustrazione. Nel componimento l antitesi fra ieri e oggi appare insuperabile. METRO 4 strofe alternate di 5 e 6 versi, per lo più endecasillabi. Irregolare e fitto il tessuto delle rime. 5 10 15 Tu non ricordi la casa dei doganieri sul rialzo a strapiombo sulla scogliera: desolata t attende dalla sera in cui v entrò lo sciame dei tuoi pensieri e vi sostò irrequieto. Libeccio sferza da anni le vecchie mura e il suono del tuo riso non è più lieto: la bussola va impazzita all avventura e il calcolo dei dadi più non torna. Tu non ricordi; altro tempo frastorna la tua memoria; un filo s addipana. Ne tengo ancora un capo; ma s allontana la casa e in cima al tetto la banderuola affumicata gira senza pietà. Ne tengo un capo; ma tu resti sola né qui respiri nell oscurità. 1 Tu non ricordi: il poeta si rivolge ad Ar- letta, ovvero Anna degli Uberti. Montale la conobbe di sfuggita a Monterosso, dove lei villeggiava. Credendola morta (scomparve invece nel 1959), ne fece un emblema della giovinezza perduta, sul modello della Silvia leopardiana. la casa dei doganieri: si tratta di un edificio destinato al controllo del traffico marittimo in cui, secondo la trasfigurazione del poeta, avvenne il suo incontro con la donna. 3 desolata: vuota. Il poeta proietta sulla casa la propria angoscia. 4-5 v entrò lo sciame dei tuoi pensieri e vi sostò irrequieto: non la donna entrò nella casa, ma i suoi pensieri, che per traslato introducono una figura vivace e irrequieta. Più che di una visita reale si tratta in ogni caso di pura immaginazione: Montale in un intervista dichiarò che la casa dei doganieri venne distrutta nella sua infanzia e che la donna non la vide mai. 6 Libeccio: vento che proviene da sudovest, caldo e umido. 8-9 la bussola non torna: la bussola, impazzita, non segna più il nord e i dadi non permettono alcun calcolo. Fuor di metafora, non è più possibile orientarsi né fare previsioni per il futuro. La bussola e i dadi hanno la funzione di correlativi oggettivi. 10-11 altro tempo memoria: altri ricordi si affollano nella tua mente. 11 un filo s addipana: il filo che lega il passato al presente si dipana. Montale riprende indirettamente il mito di Teseo: ma se questi uscì dal labirinto grazie al filo datogli da Arianna, il poeta resta solo e smarrito, con un capo del filo, si direbbe di una matassa, tra le mani (Ne tengo ancora un capo, dice nella strofa seguente). 12-13 s allontana la casa: il ricordo della casa svanisce oppure il luogo di una pos- 300 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE sibile felicità è sempre più distante da noi . 13-14 in cima senza pietà: la banderuola di latta che segnala sul tetto la direzione del vento, annerita dal fumo del comignolo, gira su sé stessa. In altre parole, ci si muove nella vita senza punti di riferimento. Le parole valgono doganiere Il doganiere è propriamente l impiegato di dogana, ma nell uso corrente il vocabolo può indicare anche l ufficiale o la guardia di finanza. La dogana è infatti l ufficio preposto al controllo delle merci che attraversano, per entrare o per uscire, il confine di uno Stato. Alla dogana si accertano e si riscuotono i dazi doganali e altri diritti dovuti per l esportazione e l importazione. Il verbo sdoganare, che significa letteralmente svincolare merci dalla dogana , ha assunto un significato figurato nel linguaggio comune: quale?

Classe di letteratura - volume 3B
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi