Classe di letteratura - volume 3B

all impegno stilistico, all attenzione per la cura formale più che per i contenuti sociali e politici. Uno dei meriti principali di Solaria è comunque quello di riservare, in un Italia caratterizzata da un crescente provincialismo, grande spazio ai narratori stranieri, da Marcel Proust a Thomas Mann. Le voci dell antifascismo Un rilievo a parte meritano, infine, gli intellettuali che hanno la forza di opporsi pubblicamente al regime, pagando spesso sulla propria pelle le conseguenze di una tale scelta. Si tratta di poche eccezioni: basti pensare che su più di milleduecento accademici, sono soltanto dodici quelli che decidono di rifiutare il giuramento di fedeltà al regime imposto nel 1931 da Mussolini. Anche al di fuori dell università, negli anni Venti e Trenta la schiera degli oppositori è assai sparuta. Da Piero Gobetti a Giustizia e Libertà Se si esclude Benedetto Croce, troppo noto alla cultura europea per essere oggetto di intimidazioni, gli antifascisti italiani devono affrontare in prima persona il peso della violenza e dell oppressione. Vengono soppresse dalla censura, per esempio, le due riviste fondate dal torinese Piero Gobetti (1901-1926), uno dei massimi esponenti dell antifascismo di matrice liberale: Rivoluzione liberale (1922-1924) e Il Baretti (19241928), che chiude i battenti due anni dopo la morte di Gobetti, avvenuta a Parigi per le conseguenze del- le bastonate fasciste. Al suo insegnamento sarà fedele un piccolo ma coraggioso gruppo di intellettuali di ispirazione culturale e politica eterogenea (socialisti, liberali, mazziniani, ma tutti contrari al comunismo): Carlo e Nello Rosselli, Emilio Lussu e altri, raccolti intorno al movimento di Giustizia e Libertà , professeranno strenuamente la necessità morale, prima ancora che politica, del ritorno dell Italia alla democrazia. Antonio Gramsci Mentre Gobetti aspira a una rivoluzione liberale da attuarsi grazie all alleanza tra classe operaia e borghesia progressista, di matrice marxista è il pensiero del sardo Antonio Gramsci (1891-1937), fondatore anch egli di una rivista, L Ordine Nuovo (1919-1925), costretta alla chiusura dal regime. I suoi Quaderni del carcere, scritti nei lunghi anni trascorsi nelle prigioni fasciste e pubblicati tra il 1948 e il 1951, contengono un indagine di ampio respiro critico su molti aspetti della società, della Storia e della cultura moderne. Nell ambito di una lettura del Risorgimento come rivoluzione popolare mancata, Gramsci denuncia la debolezza dello Stato nazionale italiano e lo scarso coinvolgimento delle masse nella vita civile della nazione. Rilevanti sono anche gli approfondimenti su altri temi, quali il carattere peculiare degli intellettuali italiani, accusati di essere tradizionalmente lontani dallo spirito e dalle esigenze del popolo, e la definizione di un modello di intellettuale organico al proletariato, capace cioè di farsi interprete delle sue istanze. Da sinistra a destra: Giacomo Matteotti, Piero Gobetti, Antonio Gramsci. L EPOCA E LE IDEE / 29

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi