Classe di letteratura - volume 3B

DENTRO IL TESTO Una desolata sospensione Lo sguardo sul male I contenuti tematici L annullarsi del tempo, al culmine di un assolato giorno estivo, è una situazione tipica di Alcyone, dove contribuisce a determinare la fusione tra l uomo e il sensuale paesaggio tirrenico. Montale riprende questo motivo imprimendogli una forte torsione: al panismo subentra una sensazione di irrimediabile «disarmonia trasposta in un luogo brullo e scosceso, teatro di un amara meditazione sul significato della vita, paragonata a un insensato procedere lungo un invalicabile rovente muro d orto (v. 2). La natura non si presta qui a un contatto sereno, ma rispecchia l aridità dello spirito, quasi intorpidito nel suo monotono viaggio su terreni screpolati dal calore, coperti di pruni e sterpi (v. 3), circondati da calvi picchi (v. 12). La luminosità accecante si rifrange sulla superficie del mare, che scintilla in lontananza come un ristoro potenzialmente consolante, ma in realtà remoto e perciò intangibile. Il frenetico movimento delle formiche, nella seconda strofa, allude alla condizione umana e ricorda una celebre pagina dello Zibaldone, dove Giacomo Leopardi si china a osservare «un giardino di piante, d erbe, di fiori , scoprendovi una miniatura dell universale sofferenza in cui si dibatte il creato. Anche Montale rovescia il topos tradizionale classico del locus amoenus, senza ricavarne però, come Leopardi, un moto di ribellione, ma soltanto un senso di avvilita impotenza. Lo sguardo del poeta progressivamente si alza, dalle crepe del suolo (v. 5) alle onde del mare, e di qui ai calvi picchi (v. 12) che si ergono nei paraggi. Infine l osservazione attenta cede il campo a una riflessione, che ne è conseguenza: la progressione dei verbi percettivi (ascoltare, spiar, Osservare ) culmina nel sentire della quarta strofa, che indica al tempo stesso una sensazione fisica e un sentimento interiore. Il rovente muro d orto (v. 2) diviene muraglia (v. 16) insuperabile: vivere equivale a costeggiarla, sapendo che ogni tentativo di scavalcarla è impedito dai cocci aguzzi di bottiglia (v. 17) che la sormontano, suggellando l irrimediabile destino di solitudine dell uomo. Le scelte stilistiche La struttura del componimento Inizialmente alla figura del poeta nella lirica fanno diretto riferimento soltanto due aggettivi, pallido e assorto (v. 1), che sottolineano il suo distacco emotivo da ciò che lo circonda. Nella quarta strofa il sentire con triste meraviglia del v. 14 indica però un mutato atteggiamento: all inizio il poeta è in quella condizione di fiacca meditazione, un po sbalordita, tipica dei pomeriggi estivi; ma, dopo aver percorso con lo sguardo il paesaggio circostante, come riscuotendosi dal proprio torpore si accorge che quell ambiente assomiglia al suo stato d animo, e tira le fila del confronto attraverso l immagine del cammino lungo la muraglia sormontata dai cocci di vetro (che vengono inquadrati per ultimi e si presume scintillino nella luce del sole). La serie degli infiniti Anche sul piano stilistico siamo agli antipodi della fusione con gli elementi della natura più volte messa in scena in Alcyone. L enunciazione, interamente condotta tramite verbi all infinito, realizza il secondo principio del Manifesto tecnico della letteratura futurista: «Si deve usare il verbo all infinito, perché si adatti elasticamente al sostantivo e non lo sottoponga all io dello scrittore che osserva o immagina . Gli atti percettivi (ascoltare, spiar, Osservare, sentire), sottratti all emotività del soggetto e a uno sviluppo cronologico, acquistano portata universale e contribuiscono a creare l idea di un ritmo ripetitivo, prestabilito e immodificabile. Anche il verbo seguitare (v. 16) contiene in sé l idea di un moto obbligato e privo di senso. Il poeta è ridotto a semplice soggetto percipiente. I suoni aspri In un passaggio dell Intervista immaginaria (1946), Montale sostiene di aver tentato di comporre, negli Ossi di seppia, «un verso che aderisse a ogni fibra di quel suolo in cui era cresciuto. Nessuna poesia meglio di Meriggiare pallido e assorto conferma questa intenzione: tutto il componimento è accordato sul tono stridulo delle cicale (v. 12), protagoniste del paesaggio sonoro insieme ai merli e alle serpi fruscianti (v. 4). In questa scelta si sente l influenza del modello delle «rime aspre e chiocce di Dante (cioè dei suoni più duri e infernali della Commedia), che governa la mescolanza plurilinguistica fra termini letterari (come pruni e frondi) e prosaici (come i cocci aguzzi di bottiglia). Non meno 276 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi