Classe di letteratura - volume 3B

Fiorenzo Bacci, Le ragazze di Trieste, 2004. Trieste, Molo Audace. Franco Fortini Si capisce che il «realismo di Saba abbia potuto indurre non pochi lettori nell illusione di una «salute da opporre ai morbi del novecentismo e dell Ermetismo. Crediamo invece che un senso di questa poesia sia, al contrario, quello di rivelare (e compiangere) una radicale infermità. Non è il «male di vivere di Montale, né la «morte di Ungaretti, dimensioni tragiche della coscienza; bensì una scissione dolorosa del soggetto, una condizione cronica e diffusa che può essere blandita dalla parola non però risolta né elusa. Nelle poesie di Saba la realtà urbana e civica non è soltanto una rete di evocazioni: è una difesa. Come per nessun altro poeta del nostro tempo, la tribù umana esiste per lui e occupa tutto intero l orizzonte. Il «mistero è reale, ma non è costitutivo dell intera realtà come per Pascoli e Gozzano bensì solo dell uomo: è il mistero familiare, il nesso edipico. Ne viene che alla nostalgia provata dal poeta per una società più stabile e più protetta («nel divino per me milleottocento ) faccia eco nel lettore della seconda metà del XX secolo un altra nostalgia, quella per il modo sabiano di intendere l esistenza. Tale eco è frequente nei critici che dichiarano Saba massimo protagonista poetico del Novecento: pur nella sua «infermità umanissima egli viene inteso, come si è detto, quale poeta di un mondo riconoscibile, un mondo di «tutti i giorni . [...] CRITICI A CONFRONTO Saba non va letto solo nei suoi momenti [...] altissimi; ma in tutta la sua opera di poeta. L impossibilità di separare le composizioni più riuscite da quelle meno riuscite, a differenza di quanto avviene con altri poeti del nostro secolo, è una prova della complessa coerenza del mondo sabiano. Un modo unitario di vedere il mondo ci ricompone continuamente quel che continuamente si presenta «in due scisso . Attraverso il Canzoniere appare chiaro un intento che oltrepassa la forma ottocentesca della raccolta di liriche verso la narrazione complessiva di un destino, di un ambiente, di una città. Ma, nello stesso tempo, l autore non manca di farci sentire continuamente, mediante il ricorso a suoi propri luoghi comuni, che tutto quello di cui ci sta parlando è ordinato attraverso la responsabilità e la dignità poetica. In questo senso il Canzoniere è un opera di poesia eccezionale e solitaria, una sorta di supremo omaggio all interpretazione lirica della vita quotidiana; e, nello stesso tempo, la sua compattezza e solidità formale risultano determinate e delimitate da quella che dobbiamo chiamare la cultura sabiana, il suo orizzonte storico. L amichevole concretezza e icasticità di quel mondo non sarebbe concepibile senza un quadro di riferimenti e di idee generali sull uomo e la società, sull amore e la morte, sulla città e la solitudine che, sebbene più di quello di molti suoi contemporanei disposto ad apporti non tradizionali, ci appare, nella sostanza, privo di latitudine e persino di dubbi fecondi. [...] Saba va assunto intero, con il suo profilo talvolta sgradevole, con la sua parte oscura, debole, nevrotica e perfino malsana. (Franco Fortini, I poeti del Novecento, Laterza, Roma-Bari 1977) PER SCRIVERNE A partire dalle interpretazioni della produzione di Saba offerte da Pasolini e Fortini, ma anche sulla base dei testi che hai letto di questo poeta, spiega che cosa nasconde il realismo di Saba e dove si situano le componenti di mistero nella sua poesia. Nell evidenziare le contraddizioni tra apparenza (la presunta facilità dei suoi versi) e realtà profonda (i significati nascosti), utilizza opportuni connettivi di valore avversativo (tuttavia, eppure, da una parte... dall altra ecc.) ed esplicativo (infatti, per esempio, in altre parole ecc.). L AUTORE / UMBERTO SABA / 215

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi