T6 - Dichiarazione (P. Jahier)

Letteratura e Grande guerra PERCORSI NEL 900 La trincea come luogo comunitario La trincea, dove i soldati vivono in una totale promiscuità, rappresenta dunque una sorta di disadorno microcosmo nel quale è possibile ripristinare, almeno, una rete di disincantata affinità. L individualismo borghese si attenua e l alienazione può essere fronteggiata da una rinnovata relazione umana. Tale sentimento di vicinanza caratterizza molti resoconti dei letterati italiani: lo abbiamo già colto nella poesia ungarettiana ( T5, p. 139), che rende alla perfezione questa disposizione alla fratellanza nel sacrificio, la quale assume i contorni di un vero e proprio slancio religioso. Nonostante tutto, la guerra finisce davvero per donare un valore nuovo all esistenza, riscattata e riscoperta nel suo significato originario, quasi puro e primordiale. La guerra plurale di Piero Jahier Così scopriamo una guerra non più declinata al singolare né più affrontata come iniziativa privata o prova di coraggio eroica e individuale (come in d Annunzio, per / T6 / esempio), ma una guerra plurale, in cui il noi corale realizza, per così dire, l ideale democratico di una collettività unita nella semplicità di un esistenza essenziale. Ecco allora i versi di Piero Jahier (1884-1966), che da tenente decide di intitolare la propria raccolta di poesie Con me e con gli alpini (1919). Si badi bene alla congiunzione con , assai ricorrente nei testi di questo poeta, che sottolinea appunto lo stare insieme, il ritrovarsi accanto all altro, in una sorta di simbiosi o di rinnovata comunicazione. Quelli di Jahier sono, non a caso, canti di marcia , inni di un movimento continuo, quasi senza meta, in cui la fatica e la pena dell esperienza bellica non vengono vissute in solitario, ma sempre condivise. Mentre molti altri cercano nella trincea l occasione di conquistare gloria e medaglie, il poeta qui è spinto alla guerra solo dal desiderio di immedesimarsi con la sorte della povera gente, di quel popolo di contadini e di montanari che incarnano le virtù dell uomo autentico e con i quali egli intende confondersi sino al momento della fine. Dichiarazione Piero Jahier 5 10 Altri morirà per la Storia d Italia volentieri e forse qualcuno per risolvere in qualche modo la vita. Ma io per far compagnia a questo popolo digiuno che non sa perché va a morire popolo che muore in guerra perché mi vuol bene per me nei suoi 60 uomini comandati siccome è il giorno che tocca morire. Altri morirà per le medaglie e per le ovazioni ma io per questo popolo illetterato che non prepara guerra perché di miseria ha campato la miseria che non fa guerre, ma semmai rivoluzioni. Altri morirà per le aquile e per le bandiere ma io per questo popolo rassegnato popolo che viveva nel giusto e nel giusto muore senza sapere 1-2 Altri vita: qualcuno è felice all idea di sacrificare la propria vita per la grandezza dell Italia e qualcun altro è felice di dare uno scopo alla propria esistenza (risolvere in qualche modo la vita). 3 digiuno: non soltanto in senso lette- rale (privo di cibo), ma anche di consapevolezza. 5-6 popolo comandati: «il plotone comandato da Jahier, se va a morire, lo fa solo per obbedire a un uomo che ha imparato ad amare. comunque un senti- 186 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE mento d amore reciproco (Caliaro). 7 siccome morire: poiché è il giorno in cui ci sarà battaglia. 9 illetterato: privo di cultura. 12 per le aquile e per le bandiere: vale a dire per i simboli della patria.

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi