Classe di letteratura - volume 3B

Due diversi stati d animo Una comunicazione ridotta all essenziale La semplificazione della parola La poesia si conclude con una breve e condensata sentenza di carattere morale: la morte, vista qui come liberazione dal dolore e dalla condizione di angoscia che caratterizza l esistenza umana, si ottiene soltanto a costo della sofferenza del vivere. Siamo dunque in una condizione psicologica distante da quella reattiva e vitalistica presente in Veglia ( T3, p. 135). Come spiegare il diverso registro emotivo? Con un alternanza di stati d animo, certo, ma forse anche in altro modo. Una risposta può essere infatti legata alla data di composizione, l estate del 1916. passato un anno di guerra e molti mesi dalla composizione di Veglia: lì era l inizio del conflitto, quando prevaleva ancora la speranza che tutto potesse terminare presto; qui traspaiono il disincanto e l amarezza per un massacro interminabile. L «allegria lascia così il posto alla dolorosa necessità della sopravvivenza. Le scelte stilistiche Qualche mese prima di comporre la prima redazione del testo, Ungaretti scrive all amico Gherardo Marone: «Ho deciso oggi dopo aver molto pianto quel terribile pianto che non si scioglie che sempre più ti pietrifica dentro di rimanere in silenzio (24 aprile 1916). La necessità di asciugare la parola gli deriva proprio dall estrema essenzialità di vita imposta dalla guerra. Mentre i fratelli di trincea muoiono senza lasciare traccia, il racconto non può permettersi di indugiare nella rappresentazione: occorre tendere alla massima semplificazione comunicativa, alla ricerca di parole decisive, riducendo il più possibile il linguaggio, fino appunto ad arrestarsi solo alle soglie del silenzio, per afferrare senza retorica il senso primigenio dell esistenza. Da un punto di vista strutturale la lirica si compone di tre strofe: le prime due sono costituite da una similitudine tra la pietra carsica del monte San Michele e il pianto del poeta (con ripresa del primo termine del paragone Come questa pietra, v. 1). La sintassi comunica la sensazione della frammentarietà e dell ossessività: gli aggettivi e i participi della prima strofa si susseguono in sequenze di «versicoli , scanditi dall anafora di così e dalle allitterazioni delle dentali (prima la d di fredda e dura, poi la t di prosciugata, refrattaria e disanimata). Nel climax costituito dalla successione degli ultimi tre attributi, l aggettivoparticipio finale disanimata (v. 8) è assolutizzato dall avverbio totalmente (v. 7). La terza strofa, dal carattere sentenzioso, è costituita da tre brevi versi trisillabici: letti di seguito andrebbero a costituire un novenario, ma la scansione conferisce, come sempre in Ungaretti, un ritmo lento e sofferto. VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE 1 Quali sono i due termini di paragone su cui si basa la poesia? E quale elemento hanno in comune? ANALIZZARE 2 Che significato ha nel linguaggio consueto l aggettivo refrattario ? E in questo testo quale accezione assume? INTERPRETARE 3 In che modo il mio pianto / che non si vede dei vv. 10-11 allude alle caratteristiche dei fiumi carsici? 4 Rifletti sul significato del titolo: in che senso esso può configurarsi come un grido di protesta? 5 I versi finali possono sembrare contraddittori in un poeta che ama celebrare la capacità di resistenza della vita: che cosa ha inteso affermarvi l autore, a tuo giudizio? Trincee della Prima guerra mondiale sul monte San Michele. L AUTORE / GIUSEPPE UNGARETTI / 143

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi