T13 - La madre

T13

La madre

Sentimento del tempo

Nella lirica, scritta nel 1930, il poeta immagina che in un estremo atto d’amore la madre, ormai defunta, interceda per il figlio pregando Dio di perdonare i suoi peccati.


METRO Endecasillabi e settenari liberamente alternati.
E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

5      In ginocchio, decisa,
sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
10    come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
15    e avrai negli occhi un rapido  sospiro.

DENTRO IL TESTO

I contenuti tematici

Dall’aldilà la madre del poeta trepida ancora per la salvezza del figlio, che prima o poi la raggiungerà nel regno dei cieli: e quando arriverà quell’ora, in ginocchio invocherà per lui la clemenza divina. Per il legame che li unisce indissolubilmente, sebbene le stia a cuore rivedere il figlio adorato, non distoglierà i suoi occhi da quelli di Dio, nella speranza di ottenere per lui il perdono e la beatitudine celeste.

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La preghiera della madre sortirà l’effetto sperato: il poeta ha capito che oltre il muro d’ombra (v. 2) lo aspettano la vita ultraterrena, il Cielo, il Paradiso, la madre stessa, che lo aveva guidato in vita e che ora può intercedere per lui. Egli ha insomma riacquistato la fede a cui era stato educato nell’infanzia e che poi aveva smarrito nel corso dell’esistenza: la sinestesia del rapido sospiro che balena negli occhi della madre (v. 15) comunica il rasserenato senso di sollievo della donna.

Le scelte stilistiche

La lirica appartiene alla seconda stagione poetica di Ungaretti, quando egli recupera in parte le forme metriche della tradizione (qui mediante il prevalente ricorso all’endecasillabo, pur nella libertà della versificazione), struttura il testo in strofe che coincidono ciascuna con un periodo autonomo e concluso, e innalza il registro stilistico attraverso un discorso sintatticamente più elaborato: per esempio il periodo che occupa i vv. 1-4, denso di incisi e di inversioni, con la principale differita fino al v. 4. Si osserva inoltre il ritorno all’uso della punteggiatura (negata invece negli esordi dell’Allegria) e di una sintassi più articolata (l’inversione della prima quartina: il cuore quando, v. 1). Anche le scelte lessicali si fanno più tradizionali e perfino solenni, come rivelano l’uso della desinenza arcaica della prima persona singolare dell’indicativo imperfetto in vedeva (v. 7) e l’insistenza sulla terminologia religiosa (il Signore, v. 3; l’eterno, v. 6; l’espressione di sapore biblico Mio Dio, eccomi, v. 11).

VERSO LE COMPETENZE

COMPRENDERE

1 Riassumi con una breve frase il contenuto di ogni strofa.

2 La lirica presenta un alternarsi dei piani temporali. Colloca nell’ordine cronologico corretto le diverse strofe.

ANALIZZARE

3 Individua i termini che possono riferirsi all’area semantica della sfera religiosa.

INTERPRETARE

4 La poesia passa progressivamente da strofe di quattro versi a una strofa di tre, infine a strofe di due. Per quale motivo, secondo te?

SVILUPPARE IL LESSICO

5 In italiano l’uso coordinato dei due tempi del futuro (semplice e anteriore) sta via via lasciando il posto al doppio futuro semplice. Dopo aver individuato nel testo questi due tempi, spiega quale tipo di relazione si instaura fra di essi e come il senso del testo verrebbe o non verrebbe modificato da una sostituzione del futuro anteriore con il futuro semplice.

SCRIVERE PER...

CONFRONTARE
6 Il ruolo di mediazione della madre rispetto alla salvezza del figlio rimanda, sul piano letterario, a quello di Beatrice nei confronti della salvezza di Dante. Prova a svolgere un confronto tra le due tematiche in un testo espositivo di circa 30 righe.

Classe di letteratura - volume 3B
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