Classe di letteratura - volume 3A

PROVA 2 Saggi critici PROVA 2 LO SPERIMENTALISMO DI PASCOLI Pier Paolo Pasolini, Passione e ideologia, Garzanti, Milano 1973 Pier Paolo Pasolini (1922-1975) è stato poeta, narratore, saggista e critico letterario poliedrico e versatile. In Pascoli, uno dei poeti di cui si è maggiormente occupato (a partire dalla tesi di laurea e da questo saggio del 1955, poi ripreso nel volume Passione e ideologia, 1960), riconobbe un tratto caratteristico: il profondo contrasto fra la monotonia tematica dei suoi versi e l audacia con cui percorre vie stilisticamente innovative, una tendenza che avrà ripercussioni sulle esperienze poetiche successive. Qui l autore rintraccia e analizza questi elementi innovativi, offrendo una panoramica dell eredità pascoliana nel filone centrale della poesia del Novecento. 5 10 15 20 25 30 Aperto dunque meglio il Pascoli sul suo tempo (compreso quello immediatamente antecedente: dal Tommaseo1 delle traduzioni popolari a certo Carducci naturalistico), studiando il più analiticamente possibile i suoi rapporti con esso, ci troveremo di fronte a questa prima formulazione teorica a proposito della sua storia psicologico-stilistica: nel Pascoli coesistono, con apparente contraddizione di termini, una ossessione, tendente patologicamente a mantenerlo sempre identico a se stesso, immobile, monotono, e uno sperimentalismo che, quasi a compenso di quella ipoteca psicologica, tende a variarlo e a rinnovarlo incessantemente. In altri termini coesistono in lui, per quanto meglio ci riguarda, una forza istintiva che lo costringe alla fissità stilistica, e una forza intenzionale che lo porta alle tendenze stilistiche più disparate. Adottato questo schema di profilo psicologico in funzione specialmente dell intervento innovativo del Pascoli sull istituzione delle forme poetiche contemporanee ne potremo trarre la seguente, altrettanto schematica, deduzione: all antipatia riscossa dal Pascoli, a causa della sua immobilità e uniformità umana, corrisponde una più che complementare simpatia derivante dal suo sperimentalismo e dalla sua appassionata velleitarietà di ricercatore: e quante sono le tendenze stilistiche che si possono analizzare in lui, in contraddizione con la morbosa immobilità di tono della sua produzione, altrettante sono le sezioni letterarie in cui si eserciterà il suo influsso. Ne abbozziamo un semplicistico schema, che abbia valore di pura indicazione: 1. Introducendo nella lingua poetica la lingua parlata sotto forma di koin 2 [...] il Pascoli prefigura l intero organismo stilistico dei crepuscolari e degli epigoni di questi. 2. Quando tale immissione di lingua strumentale nella poesia, anziché apportarvi una riduzione al tono dimesso e nostalgico, vi accentua intenzionalmente la violenza espressiva, prelude a certa disperata sordità di Sbarbaro e soprattutto a certe crudezze autobiografiche falsamente ingenue di Saba. 3. Quando ancora tale immissione di lingua strumentale si arricchisce ed è questa la più cospicua novità pascoliana di lessico vernacolare («il cavagno pieno di ghiomi , l «arregidore , l «accallato , l «asprura , lo «strino , ecc. da uno spoglio del Devoto) configurandosi metricamente in una un po cascante terza rima d ambiente paesano e campestre, ci troviamo di fronte allo schema della poesia media dialettale del primo Novecento, dall abruzzese De Titta, al piemontese Costa, al friulano Lorenzoni, ecc. 1 Tommaseo: lo scrittore Niccolò Tommaseo (1802- 1874). 2 koin : lingua comune, come uso linguistico accettato e seguito da tutta una comunità naziona- le e su un territorio piuttosto esteso, con caratteri uniformi, in contrapposizione ai dialetti locali e alle parlate regionali, territorialmente limitati e disformi. Prove sul modello INVALSI / 819

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento