Classe di letteratura - volume 3A

PROVA 1 205 210 215 220 225 230 235 240 neppure; bianca, bianca, cerea, più bianca pel contrasto dei capelli ferruginosi; violaceo il velo abbassato delle palpebre, le labbra semiaperte, livide, intorno alla chiostra dei denti. Sospettai, mi corse un gelo su nelle spalle; era morta? Il freddo che sentivo nelle ossa emanava dal suo corpo. Chinatomi per vederla meglio e ascoltare se ancora respirasse, riconobbi il pallore cadaverico e non un soffio, benché tenue, mi sfiorò la guancia. Le posai la mano sulla fronte; nessun dubbio: era morta. Mi sovvenni allora di Dio e caddi in ginocchio, pregando. L opera del Signore non è mai vana: perché attraverso i prodigi inesplicabili delle sue vie, egli m avrebbe condotto faccia faccia a un cadavere, se non per rivelarmi il miracolo infinito della sua clemenza? Pregai, non per me, ad alta voce, dinanzi al mio Crocifisso, che tenevo ritto contro la sponda di quel giaciglio e mi confortava in così tragica solitudine. Quanta pietà per quell ignota, così giovinetta falciata a mattutino!42 Pregai fra i singulti, pregai desiderando, sperando, volendo qualche cosa di sensibile e di attuale, che percepivo come in lontananza e non sapevo determinare, e invece delle esequie mi sgorgava dall anima, insistente, la preghiera dei moribondi: Respice propitius, piissime Pater, Deus misericors, Deus clemens, super hanc famulam tuam in te sperantem, et non habentem fiduciam nisi in tua misericordia, ad tuae sacramentum reconciliationis admitte.43 La creatura aperse gli occhi. Son dieci giorni, Monsignore, che a pezzi e bocconi vado strascicando questa lettera, dopo le prime pagine, interrotta da sonnolenze invincibili e fughe istantanee della memoria, e al sopraggiungere della sera; da una ripugnanza di star solo che somiglia al terrore dei fanciulli; e son dieci giorni che mi domando in virtù di quali meriti, io miserabile, io peccatore, fui prescelto da Dio perché assistessi a un miracolo di risurrezione, e lo vedessi compiersi davanti a me, senza alcuna meraviglia da parte mia, quietamente, come cosa che non eccede i confini naturali. Aperse gli occhi, nuotanti ancora nella morte, e subito li rinchiuse, ferita da quel simulacro di luce. Dubitai. Dopo lunga aspettazione, li riaperse nello stupore di chi si sveglia da un sogno, spaventati e reminiscenti. Balzato in piedi, le posai di nuovo la mano sulla fronte. A quell atto ebbe un sussulto per tutto il corpo; le sue pupille errabonde si fissarono nelle mie, quasi rifugiandovisi, assumendo un espressione ineffabile di supplica e di fiducia. Oserei affermare che uscita dalla visione dell eterno castigo, quell anima rediviva riconosceva in me la potestà di liberarla? Agitate da un tremito, sembrava che le labbra tentassero uno sforzo per rivelarmi il segreto. Rispondimi: Credi che il tuo Redentore vive, e nel novissimo giorno44 sorgerai dalla terra e lo vedrai coi tuoi occhi, e le tue ossa umiliate esulteranno al suo cospetto? che Egli è la risurrezione e la vita e chi crede in Lui, anche fosse morto, vivrà e non morrà in eterno? . Proferii queste parole con voce ferma. La creatura che intanto non aveva battuto palpebra, tenendo lo sguardo sempre inchiodato nel mio, superò lo sforzo e dal moto delle labbra divenuto calmo e regolare, indovinai che articolava la risposta, ma così piano che l udito non la percepiva. Curvo sul suo corpo, approssimai l orecchio; non afferravo da principio neppure un bisbiglio indistinto, poi un sospiro, meno d un sospiro, un alito che non avrebbe appannato il cristallo ma quell alito aveva suono e forma di sillabe, e in un linguaggio non mai ascoltato e che pure comprendevo quanto il mio, netta, spiccata, intera, raccolsi la confessione d oltre tomba. 42 a mattutino: di prima mattina, cioè in giovane età. 43 Respice propitius, ...admitte: la formula latina dell estrema unzione: «Rivolgi- ti benigno, Padre pietosissimo, misericordioso, Dio clemente, su questa tua serva che spera in te e non ha fiducia che nella tua misericordia, ammettila al sacramen- to della tua riconciliazione . 44 novissimo giorno: ultimo giorno, il giorno del Giudizio. Prove sul modello INVALSI / 815

Classe di letteratura - volume 3A
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Dal secondo Ottocento al primo Novecento