CRITICI A CONFRONTO Adriano Tilgher e Lucio Lugnani – Un

Adriano Tilgher e Lucio Lugnani Un solo dualismo o tanti dualismi? «Vita , «forma e altre contraddizioni Nel primo brano, risalente al 1923 ma ancora fondamentale nel dibattito critico, il filosofo e saggista Adriano Tilgher (1877-1941) analizza il conflitto tra «vita e «forma nell opera di Pirandello, mettendo in luce il tema dell impossibilità di una liberazione totale e completa delle «costruzioni sociali . Secondo il critico Lucio Lugnani, invece, le contraddizioni dell universo pirandelliano sono maggiori e più radicali: i personaggi si muovono agitati da un perenne conflitto, tentando di fuggire da un mondo claustrofobico o di aderirvi bloccando e inibendo pulsioni e ribellioni; il desiderio della vita urta continuamente con la tentazione della morte; un infinità di altre coppie si scontra vanamente: ora l anima contro il corpo, ora la follia contro la saggezza, ora la verità contro la finzione e così via. Adriano Tilgher All uomo anche più incolto e rozzo è essenziale di essere e di sapere di essere, di vivere e di sapere di vivere. Nell uomo dalla vita si è distaccato e le si è contrapposto il sentimento della vita, dice Pirandello, la coscienza, la riflessione, il pensiero, direi io, in termini filosoficamente più esatti. In questo distacco, con l illusione che ne deriva di assumere come realtà obbiettivamente esistente fuori dell uomo questo interno sentimento della vita mutabile e vario, è la causa prima dell infelicità umana. Prima, non ultima, ché una volta staccatosi dalla vita, il sentimento della vita, o coscienza che dir si voglia, tende, passando attraverso il filtro del cervello, a raffreddarsi, chiarificarsi, idealizzarsi e da sentimento particolare contingente mutabile effimero a cristallizzarsi in idea astratta generale (cfr. L umorismo). Elevatosi per via dell astrazione logica a seconda potenza di sé, divenuto pensiero riflesso, il sentimento della vita tende a chiuder la vita in limiti fissi e precisi, a farla scorrere tra argini prestabiliti, a colarla in forme rigide immobili date una volta per tutte: i concetti e gl ideali del nostro spirito, le convenzioni, costumi, tradizioni, abitudini, leggi della società. Si determina così un dualismo fondamentale: da una parte, il flusso della Vita cieca muta oscura eternamente instabile e irrequieta, eternamente rinnovantesi di momento in momento; dall altra, un mondo di Forme cristallizzate, un sistema di costru- 778 / IL PRIMO NOVECENTO zioni, che tentano di arginare e di comprimere in sé quel flusso in eterno gorgogliante. Godere della Vita nella sua nudità e libertà infinita, al di fuori di tutte le forme e costruzioni in cui la società, la storia e gli eventi di ciascuna particolare esistenza ne hanno incanalato il corso, non si può. Lo tentò Mattia Pascal, che, facendosi passar per morto e cambiando nome e connotati, credette di poter cominciare una vita nuova, tutta ebrezza di libertà sconfinata. Egli imparò a sue spese che, tagliandosi fuori da tutte le forme e costruzioni sociali, non gli era più concesso se non di assistere da spettatore e forestiero alla vita degli altri, senza più possibilità di mescolarsi ad essa e di goderne nella sua pienezza. Straniatosi dalle forme della Vita, questa non gli si concesse più che superficialmente, dal di fuori. E quando, cedendo al suo richiamo, egli s illuse di poter ridiscendere nel fiume della Vita e farsi riavvolgere tutto dalle sue onde, quel fiume lo respinse da sé, ed egli, ancora a sue spese, imparò che non è possibile far da vivo e da morto insieme, onde, disperato, si decise a risuscitare. Troppo tardi per risedersi al banchetto dell esistenza, in tempo solo per vedervi sedere gli altri (cfr. il romanzo Il fu Mattia Pascal). Straniarsi dalle forme della Vita è possibile, sì, certo, ma solo a patto di rinunciare a vivere. (Adriano Tilgher, Studi sul teatro contemporaneo, Libreria di Scienze e Lettere, Roma 1923)

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento