T9 - Mia moglie e il mio naso

Mia moglie e il mio naso / T9 / Uno, nessuno e centomila, libro I, cap. 1 / La moltiplicazione dei punti di vista / Nell incipit del romanzo il lettore viene immediatamente posto di fronte all evento scatenante, dal quale deriverà una crisi esistenziale di enorme portata. Dopo il fulminante commento della moglie, nella vita di Vitangelo Moscarda nulla sarà più come prima, nemmeno il suo nome. Audio LETTURA 5 10 15 20 25 30 «Che fai? , mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio. «Niente , le risposi, «mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino . Mia moglie sorrise e disse: «Credevo ti guardassi da che parte ti pende . Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda: «Mi pende? A me? Il naso? . E mia moglie, placidamente: «Ma sì, caro. Guàrdatelo bene: ti pende verso destra . Avevo ventotto anni e sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente, come insieme tutte le altre parti della mia persona. Per cui m era stato facile ammettere e sostenere quel che di solito ammettono e sostengono tutti coloro che non hanno avuto la sciagura di sortire un corpo deforme: che cioè sia da sciocchi invanire1 per le proprie fattezze. La scoperta improvvisa e inattesa di quel difetto perciò mi stizzì come un immeritato castigo. Vide forse mia moglie molto più addentro di me in quella mia stizza e aggiunse subito che, se riposavo nella certezza d essere in tutto senza mende,2 me ne levassi pure, perché, come il naso mi pendeva verso destra, così «Che altro? . Eh, altro! altro! Le mie sopracciglia parevano sugli occhi due accenti circonflessi, ^ ^, le mie orecchie erano attaccate male, una più sporgente dell altra; e altri difetti «Ancora? . Eh sì, ancora: nelle mani, al dito mignolo; e nelle gambe (no, storte no!), la destra, un pochino più arcuata dell altra: verso il ginocchio, un pochino. Dopo un attento esame dovetti riconoscere veri tutti questi difetti. E solo allora, scambiando certo per dolore e avvilimento la maraviglia che ne provai subito dopo la stizza, mia moglie per consolarmi m esortò a non affliggermene poi tanto, ché anche con essi, tutto sommato, rimanevo un bell uomo. Sfido a non irritarsi, ricevendo come generosa concessione ciò che come diritto ci è stato prima negato. Schizzai un velenosissimo «grazie e, sicuro di non 1 invanire: essere vanitosi, vantarsi. 2 mende: difetti. Le parole valgono decente Decet, la terza persona del verbo latino decere, significa è appropriato , è conveniente . A che cosa? Alle circostanze, potrem- 774 / IL PRIMO NOVECENTO mo dire, o se si preferisce al contesto: non a caso l aggettivo decente indica tutto ciò che è conforme alle norme del pudore, della dignità, del decoro (può essere decente un abito, un discorso o un appartamento). Di conseguenza ciò che è decente rispecchia le aspettative o le legittime aspirazioni: in tal modo per dire che siamo stati ospitati adeguatamente o pagati in modo accettabile possiamo affermare di aver ricevuto un trattamento o uno stipendio decenti. I nostalgici del buon tempo che fu sono soliti recriminare lamentando che la decenza non è più di questo mondo. Forma una frase con il contrario di decente, cioè indecente.

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento