Classe di letteratura - volume 3A

40 45 50 55 60 65 70 Sì! sì! Svelandole che non ero Adriano Meis io tornavo ad essere Mattia Pascal, MORTO E ANCORA AMMOGLIATO! Come si possono dire siffatte cose? Era il colmo, questo, della persecuzione che una moglie possa esercitare sul proprio marito: liberarsene lei, riconoscendolo morto nel cadavere d un povero annegato, e pesare ancora, dopo la morte, su lui, addosso a lui, così. Io avrei potuto ribellarmi è vero, dichiararmi vivo, allora Ma chi, al posto mio, non si sarebbe regolato come me? Tutti, tutti, come me, in quel punto, nei panni miei, avrebbero stimato certo una fortuna potersi liberare in un modo così inatteso, insperato, insperabile, della moglie, della suocera, dei debiti, d un egra3 e misera esistenza come quella mia. Potevo mai pensare, allora, che neanche morto mi sarei liberato della moglie? lei, sì, di me, e io no di lei? e che la vita che m ero veduta dinanzi libera libera libera, non fosse in fondo che una illusione, la quale non poteva ridursi in realtà, se non superficialissimamente, e più schiava che mai, schiava delle finzioni, delle menzogne che con tanto disgusto m ero veduto costretto a usare, schiava del timore d essere scoperto, pur senza aver commesso alcun delitto? [ ] Io mi vidi escluso per sempre dalla vita, senza possibilità di rientrarvi. Con quel lutto nel cuore, con quell esperienza fatta, me ne sarei andato via, ora, da quella casa, a cui mi ero già abituato, in cui avevo trovato un po di requie, in cui mi ero fatto quasi il nido; e di nuovo per le strade, senza meta, senza scopo, nel vuoto. La paura di ricader nei lacci della vita, mi avrebbe fatto tenere più lontano che mai dagli uomini, solo, solo, affatto solo, diffidente, ombroso; e il supplizio di Tantalo4 si sarebbe rinnovato per me. Uscii di casa, come un matto. Mi ritrovai dopo un pezzo per la via Flaminia, vicino a Ponte Molle. Che ero andato a far lì? Mi guardai attorno; poi gli occhi mi s affisarono5 su l ombra del mio corpo, e rimasi un tratto a contemplarla; infine alzai un piede rabbiosamente su essa. Ma io no, io non potevo calpestarla, l ombra mia. Chi era più ombra di noi due? io o lei? Due ombre! Là, là per terra; e ciascuno poteva passarci sopra: schiacciarmi la testa, schiacciarmi il cuore: e io, zitto; l ombra, zitta. L ombra d un morto: ecco la mia vita Passò un carro: rimasi lì fermo, apposta: prima il cavallo, con le quattro zampe, poi le ruote del carro. «Là, così! forte, sul collo! Oh, oh, anche tu, cagnolino? Sù, da bravo, sì: alza un anca! alza un anca! . Scoppiai a ridere d un maligno riso; il cagnolino scappò via, spaventato; il carrettiere si voltò a guardarmi. Allora mi mossi; e l ombra, meco,6 dinanzi. Affrettai il passo per cacciarla sotto altri carri, sotto i piedi de viandanti, voluttuosamente. 3 egra: afflitta, malata. 4 Tantalo: secondo la mitologia figlio di Zeus e di una ninfa, Tantalo, per una serie di gravi offese arrecate agli dèi, fu ucciso dal padre e punito nell oltretomba con il supplizio della fame e della sete: avendo sempre vicino l acqua di un lago e alberi carichi di frutta, non riusciva mai né a bere né a cibarsi. 5 s affisarono: si fissarono. 6 meco: con me. Le parole valgono requie Ci sono giorni nei quali non desideriamo altro che un po di requie: parola latina e un po antiquata ma capace come nessun altra di trasmettere il senso del riposo, della calma, della pace cui tutti aspiriamo nelle fatiche e nelle sofferenze che ci capita di vivere. Per questo speriamo di non dover mai dire: «è un momento che non trovo requie . Il termine requiem si trova come prima parola nella frase latina requiem aeternam dona eis, Domine, l eterno riposo dona a loro, Signore , ed è usata come sostantivo nell espressione «messa da (o di) requiem : sai dire di che cosa si tratta? L AUTORE / LUIGI PIRANDELLO / 761

Classe di letteratura - volume 3A
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Dal secondo Ottocento al primo Novecento