Classe di letteratura - volume 3A

IN BREVE I personaggi appartengono al mondo della finzione, anche se per l autore non c è un confine chiaro tra la letteratura e la realtà, che è sempre imprevedibile e capricciosa. Verità e verosimiglianza Se la persona è protagonista della vita, regno della verità e del realismo, il personaggio lo è della letteratura, luogo di finzione e illusioni. Ma esiste davvero un confine che separa questi due mondi, apparentemente così diversi? In realtà, la trama del romanzo con l espediente del doppio suicidio e della costruzione, da parte del protagonista, di un identità parallela non costituisce nulla di particolarmente assurdo e artificioso. Come l autore stesso spiega nell Avvertenza sugli scrupoli della fantasia, rispondendo nell edizione del 1921 all accusa di aver costruito una vicenda inverosimile e ai limiti dell assurdo, il confine tra realtà e finzione è labile, poiché la vita è in sé stessa casuale e imprevedibile e, nella sua paradossalità, supera spesso i prodotti della fantasia. Come dirà il Padre in Sei personaggi in cerca d autore, quasi con le stesse parole, le assurdità della vita «non han neppure bisogno di parer verosimili; perché sono vere . Nel nome vi è l identità (sia pure convenzionale) di ogni individuo: non è possibile rinunciarvi e modificarla. La certezza del nome Nell economia dell opera, un peso fondamentale ha il rapporto tenace fra il nome e i personaggi. Il protagonista non vuole abbandonare il suo nome («Io, io, Mattia Pascal! Sono io! Non sono morto! ), nemmeno se inesorabilmente accompagnato da quel «fu : egli non vuole rinunciare a un identità, anche se capisce che si tratta di qualcosa di fittizio. Neanche la morte, del resto, può cancellare ciò che si è stati, perché il nome ricevuto alla nascita e riconosciuto dalla società cui si appartiene continua paradossalmente a esistere anche quando la persona è scomparsa. Nel romanzo, in effetti, il cambiamento del nome non consente comunque al protagonista di acquistare davvero una nuova identità; l etichetta nominale che assegna a ciascuno il proprio ruolo, sembra dire Pirandello, non può essere modificata; l unico modo di negarla sarebbe cancellarla del tutto abbandonando qualsiasi nome e dunque uscendo dalla società, senza essere più nessuno perché dietro le false spoglie di un identità alternativa (come quella di Adriano Meis) c è in realtà soltanto un altra «trappola , analoga a quella che si credeva di aver abbandonato. Il cognome Pascal ricorda il filosofo Blaise Pascal e lo scrittore Théophile Pascal. Il nome Mattia, secondo Sciascia, sarebbe da ricondurre alla parola matto . I significati dei nomi Entrambe le identità del protagonista nascondono una rete di allusioni a personaggi storici tese a esprimerne le rispettive caratteristiche e aspirazioni. Il cognome Pascal, scelto con evidente allusione all attitudine raziocinante del personaggio, rievoca il filosofo e matematico francese Blaise Pascal (1623-1662), autore dei Pensieri; ma è anche un riferimento a uno scrittore meno conosciuto: il teosofo Théophile Pascal (1860-1909), di cui nel romanzo viene citata un opera (Les sept principes de l homme), e la teosofia è la dottrina di cui è fanatico seguace Anselmo Paleari. Invece, con il nome Mattia ha ipotizzato lo scrittore Leonardo Sciascia Pirandello «avrà pensato alla matta: follia blanda, ghiri- la parola TEOSOFIA/ Nell accezione corrente il termine indica una dottrina, particolarmente diffusa tra la fine dell Ottocento e i primi decenni del Novecento, secondo la quale tutte le religioni del mondo conservano residui di un antica verità divina conosciuta nelle varie epoche da un ristretto numero di iniziati, che ne avrebbero divulgato di volta in volta solo gli aspetti conformi alle condizioni culturali del momento. Nella teosofia prevalgono elementi di derivazione indiana, ma inseriti in una forma mentale tipicamente occidentale. Tra i suoi presupposti si ritrovano, infatti, l evoluzionismo, l umanitarismo e, sul piano dottrinale, il monismo. Secondo la cosmologia teosofica, tutto l esistente procede dall Uno, concepito come supercoscienza , verso il quale l uomo tende a tornare, dopo aver attraversato, in un processo di continuo perfezionamento, molte esistenze. 744 / IL PRIMO NOVECENTO

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento