Classe di letteratura - volume 3A

da parte del personaggio per uno stato di alienazione mentale. Ma se in tutta la prima parte il lettore assiste divertito al racconto dell improvvisa pazzia di Belluca, presentata in modo volutamente comico dall autore, nella seconda parte, quando quest ottica esterna viene filtrata e riflessa attraverso punti di vista più profondi e penetranti, la riflessione conduce al «sentimento del contrario : nel vedere com è davvero la vita di questo pover uomo, all ilarità subentrano infatti la pena e la compassione. La follia e l immaginazione come ritorno alla vita La varietà delle focalizzazioni Claude Monet, Il ponte ferroviario ad Argenteuil, 1874. Parigi, Musée d Orsay. In realtà, la trasformazione di Belluca e le reazioni dei suoi colleghi denunciano la situazione artificiosa e alienata in cui vivono tutti gli altri. Egli è infatti l unico ad aver fermato, anche se per un solo istante, gli ingranaggi travolgenti della modernità, riassaporando all improvviso il senso di un esistenza autentica. Proprio coloro che lo giudicano grossolanamente, invece, rimangono prigionieri nella «trappola di un lavoro ripetitivo, di una famiglia opprimente, in un ruolo da cui «non è bene allontanarsi . La rivolta di Belluca, tuttavia, è effimera. La follia del protagonista è solo apparente e temporanea: si tratta piuttosto di un momentaneo rifugio nell immaginazione, che gli consente tuttavia di avere coscienza della vuota insignificanza di ciò che accade sotto i nostri occhi. Egli riscopre la presenza reale del mondo, la vita vera (Signori, Belluca, s era dimenticato da tanti e tanti anni ma proprio dimenticato che il mondo esisteva, rr. 149-150), e si accorge della falsità delle maschere e delle forme che coprono, come una cortina fumogena, l essenza delle cose; tutto questo senza uscire dalle grigie pareti dell ufficio e dalla stanza affollata in cui si accampa di notte con la famiglia: la sua è soltanto una fuga nella fantasia, l unica possibilità che gli è concessa di allontanarsi dalla miseria del presente. Ma tanto basta per non impazzire davvero (poteva in qualche modo consolarsi!, rr. 184-185). Le scelte stilistiche L avvenimento centrale e determinante attorno a cui ruota la struttura narrativa della novella il fischio del treno con le sue drastiche conseguenze è assente per buona parte del racconto. Il fatto trapela soltanto dai commenti allarmati di personaggi senza nome e senza volto, che ricordano la concitazione di una scena teatrale. Non emerge, dunque, la voce chiara di un narratore, e l ambiguità e la confusione che circondano il fatto scatenante contribuiscono a renderlo ancora più misterioso ed enigmatico: che cosa sarà mai successo all impiegato Belluca? La suspense cresce fino a quando la banalità dell evento erompe nella narrazione con una forza sproporzionata rispetto alle aspettative del lettore: si tratta solo del fischio di un treno? Ma allora Belluca è davvero impazzito? Solo quando il narratore-testimone interviene a far luce sul senso riposto dell accaduto la nebbia inizia a dissiparsi: conoscendo la miseria dell esistenza di Belluca, egli è sicuro che i sintomi della follia possano avere una spiegazione naturalissima (Bisogna condurre la spiegazione là, riattaccandola a quelle condizioni di vita impossibili, ed essa apparirà allora semplice e chiara, rr. 110-111). grazie alla sua testimonianza che il lettore viene condotto a riflettere sull esperienza del protagonista, sul fenomeno che ha sconvolto la sua quotidianità e sulla catena di cause che lo ha provocato. Come in un gioco di scatole cinesi, però, la focalizzazione diviene ancora più concentrata quando la parola è lasciata alla voce diretta del protagonista. Belluca racconta, confessa e chiarisce ogni dubbio solo nell ultima parte del racconto: l effetto-rivelazione è ottenuto così attraverso un progressivo restringimento della visione dei fatti, che va dai commenti esterni dei colleghi fino all autopresentazione del protagonista. L AUTORE / LUIGI PIRANDELLO / 739

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento