Classe di letteratura - volume 3A

I grandi temi IN BREVE dalla vuota frenesia della società industriale: l umanità contemporanea è destinata a restare sospesa tra vecchio e nuovo, senza riuscire ad adattarsi a nessuna delle due dimensioni. Le macchine non aiutano l uomo, ma al contrario sono per Pirandello oggetti inquietanti e minacciosi. La macchina come mostro fagocitante Al centro della civiltà moderna, a guidare la corsa senza fine al progresso, si erge imperiosa la macchina. Prodotto della tecnologia che dovrebbe aiutare l uomo, in realtà, secondo Pirandello, la macchina ha il carattere inquietante e minaccioso di un essere vampiresco e parassitario, che si ribella al suo creatore per soppiantarlo (il protagonista dei Quaderni di Serafino Gubbio operatore, per esempio, è consapevole del fatto che un giorno verrà sostituito da un congegno meccanico in grado di svolgere il suo lavoro). Non a caso l immaginario pirandelliano insiste molto sull analogia macchina-mostro. L autore dissemina ovunque metafore sulla fame, sulla digestione, sul fare a «pezzetti e bocconcini quel poco di verità che è ancora possibile trovare nella società industriale e commerciale, e in particolare nella nuova industria d intrattenimento, il cinema, che segna lo stupido trionfo della realtà artificiale su quella autentica. Pirandello critica l avvento della tecnica alienante anche nell arte, ad esempio nel cinema. Riproducibilità e alienazione Nel denunciare i rischi di omologazione connessi all avvento della civiltà meccanizzata, Pirandello avverte il pericolo della mercificazione dell opera d arte. Grazie alla sua riproducibilità, consentita dalle moderne tecnologie (si pensi in particolare al cinema e alla fotografia), vengono irrimediabilmente intaccate l unicità e l irripetibilità del prodotto artistico. Nel suo celebre saggio del 1936 L opera d arte nell epoca della sua riproducibilità tecnica il filosofo tedesco Walter Benjamin (1892-1940) fornirà la spiegazione più completa di questo processo, citando i Quaderni di Serafino Gubbio operatore nel suo discorso sulla demitizzazione della creazione estetica nella società di massa. L opera d arte, scrive Benjamin, ha perso la sua «aura , quell aspetto indefinibile e proprio per questo non riproducibile che infonde un anima viva a un semplice oggetto materiale. La crisi dell opera d arte è vista da Pirandello proprio nell occhio di vetro vuoto e inanimato dell apparecchio cinematografico, in cui l attore non può riflettersi e riconoscersi. Privati del contatto con il pubblico, ma nemmeno compensati con una restituzione diretta della propria immagine (che avviene solo più tardi, sullo schermo), gli attori non possono che finire per odiare la macchina da presa e il suo prodotto, perché «l azione viva del loro corpo vivo, là, su la tela dei cinematografi, non c è più . Questa riduzione della persona a oggetto, a immagine priva di vita, è il simbolo dell alienazione dell individuo moderno. L impudenza dell occhio di vetro diviene metafora della disumanità celata dietro il fascino della tecnica. LA CIVILT MODERNA DAI TEMI ai testi: T6 > p. 755 T8 > p. 766 metropoli, industria, macchina, progresso alienazione dell individuo la persona diventa oggetto 724 / IL PRIMO NOVECENTO

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento