3 - L’io diviso

I grandi temi IN BREVE Il folle guarda la vita da un punto di vista esterno. Lo sguardo straniato del «forestiere della vita Il folle, adattandosi consapevolmente alla sua condizione sospesa di «forestiere della vita , può così osservare dall alto e dall esterno l esistenza insensata degli altri, estraniandosene. Considerato pazzo dalla gente comune, chiuso nel suo isolamento irraggiungibile, egli torna a immergersi nel flusso del vitalismo, ritrovando quell istintiva dimensione del vivere che si è persa in mezzo alle convenzioni sociali e ai ruoli prestabiliti: proprio ciò che accade a Vitangelo Moscarda, che in Uno, nessuno e centomila abbandona tutte le forme del vivere in società, dismette qualsiasi maschera e rinuncia persino all identità conferita dal nome. DAI TEMI ai testi: T2 > p. 731 T3 > p. 733 FORMA VITA apparenze fittizie e maschere follia come antidoto per uscire dalla prigione della forma famiglia e lavoro sono trappole imposte dalla società fuga dalle convenzioni: vitalismo | 3 | L io diviso Pirandello frantuma l unità dell io. I suoi personaggi non riescono più a rispondere alla domanda Chi sono io? . La disgregazione del soggetto Nel pensiero comune il nome proprio rappresenta l unicità dell individuo: è il simbolo stesso della sua identità. Conducendo una critica serrata alla razionalità di un soggetto forte e sicuro di sé e del proprio io pensante, Pirandello smonta questa convinzione illusoria di coerente unitarietà dell io e giunge alla frantumazione totale del soggetto. Alla domanda Chi sono io? , che condiziona tutta la filosofia occidentale da Cartesio in poi, il personaggio pirandelliano non sa più rispondere, smarrito nella selva di immagini che gli altri proiettano su di lui, privo di certezze, persino di quelle che lo definiscono in quanto individuo, differenziandolo da tutti gli altri. Lo specchio diviene metafora della straniante scoperta del nostro doppio e della continua evoluzione della nostra personalità. Lo specchio e il doppio Nell opera pirandelliana lo specchio è elemento centrale da cui spesso scaturisce la crisi dell identità individuale: di fronte alla sua superficie riflettente è possibile, anche se solo per brevi istanti, «vedersi vivere , cogliendo l immagine che di noi appare all esterno. Lo sdoppiamento del corpo che si riflette nello specchio provoca un effetto straniante, del tutto simile a quello che si prova di fronte a una fotografia scattata a nostra insaputa: l uno diventa doppio e, dunque, non si riconosce più, proprio per la difficoltà di far coincidere l immagine mentale del proprio io con ciò che lo specchio restituisce, nella sua qualità di implacabile occhio esterno. Del resto, influenzato dalle teorie dello psicologo francese Alfred Binet (1857-1911), Pirandello arriva a elaborare una sorta di teoria della coesistenza di opposte personalità, concepite non solo in progressivo mutamento attraverso fasi successive (oggi sono diverso da come ero ieri), ma esistenti anche nello stesso istante in una singola individualità. Uno, nessuno e centomila esempli ca il percorso che conduce dall abbandono dell individualità al riconoscersi come parte di un tutto. Da «nessuno a «centomila La fittizia costruzione di un ruolo quello del buon padre di famiglia, dell onesto lavoratore, della persona ideale che crediamo di essere si dissolve così di fronte a ciò che gli altri pensano di noi. Annullandosi nella corrente del vitalismo l individuo può, però, superare la solitudine di sapersi «nessuno , cioè l inquietante 722 / IL PRIMO NOVECENTO

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento