Classe di letteratura - volume 3A

IN BREVE La personalità unica è una convenzione che ingabbia la vita dell individuo. I ruoli sociali sono maschere. La prigione delle maschere Dare una forma stabile e cristallizzata alla vita significa, per Pirandello, farla morire. L individuo, infatti, ingabbia la propria mutevole autenticità in una personalità coerente e unitaria, ma in realtà ogni identità è e rimane radicalmente e intimamente contraddittoria. I tentativi di costruirsi un ruolo preciso nella famiglia e nella società fanno prevalere l apparire sull essere, e costituiscono una fonte di equivoci continui e di falsità, destinati a trasformarsi in una prigione che gli individui, volontariamente, edificano attorno a sé. Tali ruoli sono maschere indossate per recitare una parte, per cercare di arrestare il fluire indistinto di stati emotivi passeggeri e cangianti, che istante dopo istante dicono e subito smentiscono qualcosa di noi, consegnandoci a un mondo pieno di incertezze, privo di riferimenti e come tale insopportabile. Pirandello prova insofferenza verso la famiglia e il lavoro, che considera «trappole piene di ipocrisia. Famiglia e lavoro Le istituzioni della famiglia e del lavoro vengono spesso identificate da Pirandello come una «trappola , per usare il titolo di una delle sue raccolte di novelle. Probabilmente condizionato dalle esperienze personali, lo scrittore non si riferisce quasi mai ai rapporti sociali e familiari con un senso di fiducia. Anche i legami parentali più stretti celano, dietro il perbenismo di facciata, vere e proprie crudeltà, perpetrate di solito a danno delle persone più sensibili, destinate a capire prima o poi il funzionamento del «giuoco e a tentare di tirarsene fuori. Nessun nido familiare, reale o immaginario, protegge come avveniva in Pascoli la solitudine del personaggio pirandelliano: egli piuttosto trova fra le mura domestiche problemi quotidiani, litigi, menzogne, infedeltà e convivenze terribili. E la famiglia è soltanto un microcosmo, parte di un mondo più grande in cui si trovano, amplificate, tutte le ipocrisie e le finzioni delle forme più complesse della vita sociale, lavorativa e politica. In tutta la sua opera narrativa e teatrale Pirandello mostra un insofferenza profonda verso i ruoli imposti dalla società: pur senza compiere gesti di vera e propria rivolta, egli denuncia attraverso la poetica dell umorismo le angustie soffocanti dei ceti piccolo-borghesi, componendo un affresco amaro di una generazione priva di autenticità e spontaneità vitale. I personaggi di Pirandello cercano di evadere dalle forme sociali imposte. Le vie di fuga spesso coincidono con la follia o con un esistenza ai con ni della normalità. La follia come unica salvezza Prigioniero della famiglia (Mattia Pascal), di un lavoro meccanico (Serafino Gubbio), di un immagine in cui non si riconosce più (Vitangelo Moscarda), di una società falsa e meschina (Enrico IV) o ancora di una parte teatrale che non trova realizzazione (i Sei personaggi), l uomo pirandelliano non si rassegna, ma cerca invano di evadere dalle angustie della «forma in cui il destino ha voluto calarlo. Come fare allora? inutile provare a liberarsi oggi di una forma per rientrarvi domani con altre vesti, cambiando soltanto posto e modificando la propria maschera. L unica vera soluzione è porsi fuori dagli schemi, ai margini della società, oppure oltre il confine della razionalità, là dove si può ancora percepire il fluire della corrente vitale. Il regredire all infanzia oppure l oltrepassare la soglia della normalità psicologica, rifugiandosi nell immaginazione o nella pazzia, rappresentano per Pirandello le uniche possibili vie di fuga. La salvezza può giungere così da un altrove fantastico, puramente immaginato (come nella novella Il treno ha fischiato, in cui il protagonista fantastica di visitare luoghi e città condotto dal treno che sente fischiare di notte), oppure dalla follia, eccellente strumento di contestazione, arma silenziosa che, fornendo all individuo una visuale fuori dal comune, gli consegna un ruolo privilegiato e uno sguardo obliquo capace di arrivare dove gli altri non vedono (come in Enrico IV). Il folle è come un ordigno esplosivo che si aggira fra il perbenismo della presunta normalità, svelando imbrogli e ipocrisie, riducendole all assurdo e quindi annullandole. L AUTORE / LUIGI PIRANDELLO / 721

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento