Classe di letteratura - volume 3A

Francesco Saverio Altamura, Uccelli in formazione a V (particolare), 1859 ca. Il vagabondare dei pensieri Colori, suoni e profumi Un influenza evidente La natura la classica immagine della Toscana di Carducci, scontrosa e assorta, morsa dalla tempesta e dalla malinconia riflette, come spesso accade nelle sue liriche, lo stato d animo del poeta, diviso tra il vagheggiamento della vita intima della terra natale (trasfigurata dai ricordi della fanciullezza e ora rievocata nella gioia che precede la svinatura) e l esistenza cittadina (espressa per un analogia sottintesa attraverso le sfumate atmosfere della nebbia, della pioggerella battente e del tramonto). Dall epistolario sappiamo infatti che il poeta aveva trascorso i giorni precedenti alla stesura del componimento a Roma: «Una grande malinconia , aveva scritto a un amico, «m ha invaso a questi giorni. Non più la Roma antica mi attrae nei sogni eroici [ ]. Il mio cuore ha preso la febbre putrida. Non c è più sole: c è la pioggia, lo scirocco e Depretis [l allora presidente del Consiglio, detestato dall autore per il suo trasformismo] . Le immagini e gli odori aspri della terra natale costituiscono pertanto il simbolo sensoriale della serena schiettezza paesana da contrapporre alla noia e all artificiosità del mondo urbano. Solo una figura pare isolata, sostando sull uscio di casa, nell animosa vivacità della folla paesana: il cacciatore (un alter ego del poeta?), il quale pare abbandonarsi, in contrasto con la vivace attività della sua gente, alla lentezza e a una pensosa contemplazione. Immaginiamo che egli stia pregustando la cena che lo attende nel calore domestico. Eppure il suo atteggiamento apparentemente noncurante e indefinito, come il suo fischiare distratto e sovrappensiero è insidiato dall apparizione di stormi d uccelli migratori, simbolo inquietante e sfuggente (tanto più perché discordante cromaticamente con le rossastre nubi) di pensieri strani ed enigmatici, destinati a perdersi nella quiete del tramonto. Le scelte stilistiche Vivacità e malinconia si fondono in questo quadretto paesaggistico, in cui Carducci, più che raffigurare la realtà, ne dà una rapida pennellata, posando il suo sguardo, che coglie e dipinge, come un pittore impressionista, le immagini selezionate, e al tempo stesso insistendo su annotazioni simboliche di suoni e di colori. Le strofe centrali trasmettono un senso di fresca baldanza grazie alle onomatopee (ribollir, rallegrar, scoppiettando, fischiando, vv. 6-11) e alle sensazioni olfattive (l aspro odor de i vini, v. 7); anche la ripetizione del suono r (borgo, ribollir, aspro, odor, rallegrar, vv. 5-8) pare studiata apposta per conferire alla scena campestre l istintiva allegria che domina nella vita semplice del paese. Diverso è l effetto provocato dalla prima e dall ultima strofa della lirica. Piuttosto che l immediatezza dei suoni e degli odori, possiamo cogliere qui un atmosfera sfumata, indizio di un indecifrabile malinconia: nebbia (v. 1), piovigginando (v. 2), vespero (v. 16), il rumore del mare umanizzato in un urlo (v. 4) sono immagini che esprimono un sentimento di sospesa tristezza (la congiunzione avversativa ma, v. 5, esprime con grande rilievo il cambiamento dell umore). Anche le pennellate cromatiche suggeriscono tutt altro che un idea di spensieratezza: biancheggia (v. 4), rossastre (v. 13) e soprattutto neri (v. 14) sono altre tracce dell interpretazione soggettiva del paesaggio, su cui si stende la triste nota del tramonto che prepara la sera e della migrazione autunnale che preannuncia l inverno. Come spesso accade in Carducci, la sensibilità del poeta trasfigura, adattandole alla propria personalità, immagini e visioni tratte dalla tradizione lirica. In questo caso, lo studioso Dante Isella ha colto precisi riferimenti a due esercizi poetici di Ippolito Nievo, celebre scrittore in prosa (la sua fama è legata soprattutto al romanzo Le confessioni di un italiano), ma anche autore di un piccolo canzoniere dal titolo Le lucciole, pubblicato nel 1858 e nuovamente edito, seppure parzialmente, nel 1883, anno di composizione di San Martino. In effetti, due poesie di Nievo (due odi unite sotto il comune titolo Gli amori in servitù) descrivono le stesse atmosfere, perfino con i medesimi termini. L AUTORE / GIOSU CARDUCCI / 71

Classe di letteratura - volume 3A
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Dal secondo Ottocento al primo Novecento