Classe di letteratura - volume 3A

I grandi temi IN BREVE Indifferente alle ideologie e ancorato al proprio scetticismo, Svevo rifugge sia il socialismo sia il fascismo. Uno scrittore in fuga dalle ideologie L indifferenza ideologica dell autore gli impedisce di coltivare utopie: il socialismo, a cui pure in gioventù aveva guardato con simpatia, lo spaventa; il nazionalismo che a Trieste, patria dell irredentismo italiano, trova terreno fertile è del tutto estraneo al suo temperamento; il fascismo, di cui farà in tempo a vedere gli albori, disturba con il suo sfoggio di saluti romani e retoriche parole d ordine la sua indole di moderato liberale, ma non incrina la sua silenziosa acquiescenza. Immune da ogni inclinazione politica, Svevo è piuttosto uno scettico che fa fatica a nascondere la propria misantropia e la cronica difficoltà a entrare in comunicazione con il prossimo. Il compito che si assegna è esclusivamente quello di rappresentare il disfacimento di un sistema a cui pure appartiene e di cui accetta, senza velleità titaniche o proteste romantiche, assurdità e mancanze, riconoscendo però a sé stesso la capacità di guardarlo senza infingimenti, con la consapevolezza che il male di vivere è una condizione che tocca l intera umanità. Non a caso l esistenza è per l autore «una malattia che, a differenza delle altre, non sopporta cure: è sempre mortale . Svevo mette in scena il contrasto interno all individuo tra vita e coscienza. I suoi personaggi non sono eroi, tendono all uniformità e manifestano angosce e ipocrisie comuni a molti. Una società di uguali Perché combattere dunque? In nome di quali princìpi lottare contro la società se tutti gli ideali sembrano ormai irrigiditi, inservibili, sterili? Svevo archivia il conflitto tra l individuo e la società; al suo posto presenta il dualismo tra vita e coscienza, da cui nascono a cascata tutti gli altri contrasti: tra forma e sostanza, tra ipocrisia e verità, tra onestà e malafede. Ciò spiega perché il suo universo di uomini e ambienti sia, in fondo, piuttosto uniforme: popolani, sottoproletari (si pensi all Angiolina di Senilità) e borghesi soffrono della stessa crisi che corrompe ogni aspetto della società, senza alcuna differenza di classe. E su questi individui, così come sulle vicende di cui sono protagonisti, l autore non intende pronunciare alcun giudizio: a lui interessa esprimere l ambiguità dei personaggi, facendone affiorare le ipocrisie e le menzogne. Romanzi senza eroi Anche in questo senso vi è una notevole distanza dalla narrativa ottocentesca: nei romanzi sveviani non vi sono eroi né individui eccezionali né figure che si possano catalogare come positive o negative e con le quali il lettore possa identificarsi del tutto. Per denunciare l assurdità della vita, l autore sceglie di rappresentare l uomo comune, privo di qualità, caratterialmente incoerente, inetto e abulico: così Alfonso Nitti, protagonista di Una vita, è un mediocre impiegato di banca, che soccombe alla propria inerzia fino al suicidio; Emilio Brentani, protagonista di Senilità, è uno scrittore fallito che conduce una vita apatica, privo di qualsiasi energia vitale anche quando è coinvolto in una conturbante esperienza amorosa; infine Zeno Cosini, protagonista della Coscienza di Zeno, è un egocentrico portato all autocommiserazione e incapace di guarire dalla nevrosi. IL NESSO IO-VITA DAI TEMI ai testi: T4 > p. 677 letteratura come sguardo nell interiorità rifiuto delle ideologie 648 / IL PRIMO NOVECENTO rappresentazione dell uomo comune

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento