LA VITA

Italo SVEVO VIDEO La vita di Italo Svevo | LA FORMAZIONE DELL IMPIEGATO ETTORE SCHMITZ | Città di frontiera, Trieste ha sviluppato nel corso dell Ottocento una fisionomia e una cultura per molti versi uniche. Innanzitutto, la sua condizione di porto mediterraneo dell Impero austro-ungarico (a cui apparterrà politicamente sino alla fine della Prima guerra mondiale) l ha resa un crocevia di scambi, una fiorente sede di imprese commerciali, navali e assicurative e, di conseguenza, la meta di continue ondate migratorie. Italiani, tedeschi, sloveni, greci, turchi: un eterogeneo miscuglio di genti diverse fa di Trieste una città cosmopolita, a contatto per ragioni storiche e geografiche con l area mitteleuropea. IL CARATTERE Piazza della Borsa a Trieste in un illustrazione del 1910 ca. in questo crogiuolo multinazionale che nel 1861 nasce Ettore Schmitz, da una famiglia ebraica della borghesia mercantile triestina: il padre Francesco è un commerciante e può permettersi di far vivere in condizioni agiate gli otto figli. Nel 1874 il tredicenne Ettore, insieme al fratello maggiore Adolfo, parte per Segnitz sul Meno, in Baviera, per apprendere la lingua tedesca e la pratica contabile: «Doveva prepararsi , scrive Svevo in un Profilo autobiografico redatto in terza persona, «alla carriera che al padre pareva la più felice, quella del commerciante . Nondimeno, di nascosto (la clandestinità con cui vive le sue passioni culturali sarà una costante della sua vita) IL GENIO DIETRO UNA BANALE NORMALIT Le biografie dei letterati possiedono talvolta l aspetto dei romanzi. Passioni travolgenti, amori disperati, personalità forti e contrastate, esistenze avventurose: non è raro, così, imbattersi nello stereotipo del letterato-personaggio, eroe disperato, tragico e spesso in lotta con il proprio tempo. Per quanti sforzi si possano fare, un tale modello non può riferirsi alla figura di Ettore Schmitz, alias Italo Svevo. Pur con il rispetto e l ammirazione che si devono a uno dei più importanti narratori del Novecento, non si può che sottoscrivere la descrizione che ha dato della sua esistenza uno scrittore di oggi, Alessandro Piperno: «un manifesto della banalità borghese: accidiosa e laboriosa a un tempo, opportunista, comoda, cinica, priva di impennate, di eroismi, di istanti di autentico pathos . 640 / IL PRIMO NOVECENTO Un ritratto fuorviante Basterebbe forse affidarsi alle tante fotografie che lo ritraggono per farsi un idea della sua vita e del suo carattere: questo impiegato di banca che, come un tipico arrampicatore sociale, diventa un ricco industriale attraverso il matrimonio, ci appare sempre con l aspetto di un baffuto e opulento borghese immerso nella quiete dorata del proprio salotto. La sigaretta, la partita a tennis, i bagni termali, la passioncella per il violino e l hobby della scrittura come un passatempo necessario, un ingrediente di una quotidianità senza rischi. Né per riscattare l immagine di questo conformismo ci si può appigliare alle testimonianze dei pochi letterati che lo hanno frequentato, perché il ritratto che essi danno di Et-

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento