3 - L’irrazionalismo antidemocratico

| 3 | L IRRAZIONALISMO ANTIDEMOCRATICO | IN EUROPA | La paura nei confronti della società di massa Le caratteristiche della società di massa il cui avvento viene solitamente collocato agli inizi del Novecento erano in parte evidenti già alla fine dell Ottocento, quando molte categorie sociali avevano cominciato a fruire di beni, servizi e diritti in precedenza patrimonio di esigue minoranze, diventando interpreti attive della vita civile ed economica. Nel 1895, lo psicologo ed etnologo francese Gustave Le Bon (1841-1931), in un saggio dal titolo Psicologia delle folle, aveva analizzato con preoccupazione il protagonismo politico del vasto blocco sociale mobilitato dai sindacati e dai partiti socialisti. Secondo Le Bon si era aperta l «era delle folle , che dava spazio a fantasie utopistiche, a ingenue idee di eguaglianza e di sovranità popolare e a «impulsi ciechi e irrazionali . Si era aperta altresì l «era dei meneurs , vale a dire di capi di moltitudini rozze e incolte (delle quali esprimevano credenze, passioni e interessi), destinati a sostituire le tradizionali élite, con conseguenze rovinose per la cultura, la politica e l intera società. Democrazia come barbarie L opera di Le Bon costituisce la tipica espressione culturale e psicologica dell orrore aristocratico di fronte alla democrazia. L idea che sta alla base della sua visione apocalittica del futuro dell Europa è che l ingresso delle classi popolari nell arena politica rappresenti una terrificante minaccia per la civiltà in quanto tale: tutto ciò che è elevato e razionale pensa Le Bon verrà spazzato via dall avanzata del proletariato, che sotto la guida di agitatori demagogici farà precipitare il mondo evoluto nella barbarie, instaurando, in luogo del governo dei migliori, il reggimento politico che gli antichi avevano chiamato oclocrazia . la parola OCLOCRAZIA/ Il vocabolo oclocrazia , composto dalle parole greche òchlos ( folla , moltitudine , massa ) e kratìa ( potere ), indica il governo della plebe e il predominio politico delle masse. Attestato con certezza per la prima volta in un opera dello storico greco Polibio (II secolo a.C.), il termine ha un significato chiaramente spregiativo, indicando una forma degenerata di democrazia. 570 / IL PRIMO NOVECENTO Edvard Munch, Sera nel corso Karl Johann, 1892. Bergen, Rasmus Meyer Samlinger, Bergen Kunstmuseum. I timori di Le Bon non erano inediti. Già Friedrich Nietzsche (1844-1900) aveva parlato del movimento democratico come di una gigantesca «sollevazione della plebe e degli schiavi che sarebbe sfociata, se non fosse stata energicamente contrastata, in un perverso ribaltamento della gerarchia naturale dei valori. Con il suffragio universale, la «morale degli inferiori avrebbe trionfato sulla «morale dei signori , e ciò avrebbe portato non solo all «universale abbrutimento dell Europa , ma anche alla «degenerazione complessiva dell umanità . Ora, nei primi anni del Novecento, l aumento demografico, l urbanizzazione, la diffusione della scolarità, l estensione del diritto di voto fanno nascere, in una cospicua parte della cultura europea, il sospetto che i tragici vaticini degli avversari della democrazia si stiano realizzando. Le piazze sempre più tumultuose, i cortei, gli scioperi e le dimostrazioni che minacciano la rivoluzione e l abbattimento dei regimi borghesi sembrano dar corpo a questo stato d animo. Le influenze dell irrazionalismo antidemocratico Le critiche alla democrazia provengono da posizioni politiche anche differenti, accomunate però da uno stesso disprezzo per il parlamentarismo e alimentate da correnti ideologiche irrazionalistiche. Molte di queste si ispirano a un interpretazione strumentale della filosofia dell americano William James (1842-1910), secondo il quale la verità di un concetto, di una proposizione, di una teoria non è tale in sé, ma in relazione agli effetti che ha sull esperienza del singolo. I pensieri umani, in altre parole, non hanno una validità assoluta, ma sono sempre funzionali all adat-

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento