Classe di letteratura - volume 3A

FINESTRA SUL 900 5 10 15 20 25 D Annunzio & Mario Luzi Amici ci aspetta una barca e dondola nella luce ove il cielo s inarca e tocca il mare, volano creature pazze ad amare il viso d Iddio caldo di speranza in alto in basso cercando affetto in ogni occulta distanza e piangono: noi siamo in terra ma ci potremo un giorno librare esilmente piegare sul seno divino come rose dai muri nelle strade odorose sul bimbo che le chiede senza voce. Amici dalla barca si vede il mondo e in lui una verità che precede intrepida, un sospiro profondo dalle foci alle sorgenti; la Madonna dagli occhi trasparenti scende adagio incontro ai morenti, raccoglie il cumulo della vita, i dolori le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita. Le ragazze alla finestra annerita con lo sguardo verso i monti non sanno finire d aspettare l avvenire. Nelle stanze la voce materna senza origine, senza profondità s alterna col silenzio della terra, è bella e tutto par nato da quella. 2-3 ove mare: dove la linea del-l orizzonte congiunge cielo e mare. 13 in lui: in esso. 18 cumulo: peso. Alla ricerca del senso della vita Richiamano d Annunzio le immagini di apparente semplicità che caratterizzano questa poesia: il cielo s inarca (v. 2), tocca il mare (v. 3) e a noi uomini è dato il dono di piegarci esilmente (v. 9) sul seno divino (v. 9) come rose nelle strade odorose (v. 10). Nel cosmo sembrano immergersi tutti gli esseri viventi, in un unità che avvolge la terra e l aria; la vita e la sua essenza misteriosa esortano ad amare e a godere di un benessere primordiale, forse più apprezzabile per il poeta quando approda in una palude di canneti o in un campo abbandonato. La superficie dannunziana e le figurazioni della natura sono chiare: anche qui, come in Alcyone, il paesaggio è trasfigurato da continue allusioni a un essenza che trascende la materialità delle cose. Tuttavia questa sublimazione non suggerisce impeti superomistici né compiacimenti panici. Il canto non appartiene al veggente che si rivolge come nella Pioggia nel pineto a una misteriosa creatura sensuale: qui, infatti, i versi sono quelli di una voce corale che, in un aura rarefatta, invoca una Madonna dagli occhi trasparenti (v. 16) che sappia relazionarsi a ogni creatura, facendosi carico di tutti i dolori dell esistenza, in una trepidante memoria del passato e attesa del Tutto. Quello di Luzi è un misterioso invito ad avvicinarsi al padre, a muoversi verso un altrove dai confini indefiniti, tra il mitico e il religioso, lungo la traiettoria di un viaggio alla ricerca di una rivelazione: agli amici chiede di tornare in barca, a guardare il mondo da altre prospettive, a modificare la visuale delle cose, perché dall acqua si può cogliere meglio una verità che precede / intrepida (vv. 13-14) e nutrire una speranza nuova per l avvenire. Un lessico prezioso In Avvento notturno (1940), l opera più caratterizzata dall influenza della poetica ermetica, la presenza dannunziana affiora in un certo preziosismo che connota la raccolta, gremita di oggetti rari dal sapore decadente. In un atmosfera spesso estenuata ricade il tema ricorrente dell attesa: il poeta cerca nei tremiti della natura le orme dei ricordi, improvvise epifanie che evocano la figura di una donna assente. Vocaboli astratti, aggettivi indeterminati, sostantivi rari contribuiscono a creare una trama magica ricca di chiaroscuri, nella quale tuttavia serpeggia un malessere inquieto. Questa dimensione di alta spiritualità si coglie anche nella lirica conclusiva della raccolta, Maturità, composta nel 1939: mentre si percepiscono i rintocchi della guerra incombente, Luzi si interroga sulla propria condizione esistenziale e constata la propria estraneità a un tempo storico gravido di minacce e pericoli. e Emilio Longoni, Ghiacciaio, 1906. 556 / IL SECONDO OTTOCENTO

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Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento