Classe di letteratura - volume 3A

DENTRO IL TESTO Dolce evocazione di una sera estiva I contenuti tematici Siamo in una sera di giugno, bagnata dalla pioggia (commiato lacrimoso de la primavera, v. 21) e illuminata dal pallido barlume della luna, nel momento evanescente del crepuscolo: un momento di passaggio, di trasformazioni impercettibili, carico di attesa e suggestione. Nel silenzio immobile del calare del giorno si percepiscono solo vaghi, lievissimi suoni, piccole variazioni di luce, il fruscio delle foglie del gelso che un contadino, su una scala appoggiata al tronco, raccoglie. Il paesaggio collinare fiorentino, con la sua dolcezza, i suoi uliveti e il fiume Arno, assiste alla fine della primavera, che muore e si trasforma in estate: immerso in questa atmosfera sta il poeta, che contempla e loda la sera tuffandosi nel suo grembo fresco e dolce, pronto ad afferrare tutte le fuggevoli sensazioni (visive, olfattive, uditive, tattili, anche gustative) che provengono dalla natura. Accanto a lui si coglie una presenza femminile, silenziosa, in attesa di apprendere dall amante un arcana rivelazione: il mistero sacro dell amore, che le labbra (v. 41) delle colline sembrano voler svelare. La contaminazione tra dato reale e dato psichico Abbiamo provato a sintetizzare il contenuto della lirica, sebbene essa non presenti uno sviluppo logico-discorsivo, ma si articoli in un libero fluire di immagini e percezioni, legate tra loro da una catena ininterrotta di analogie. Più che descrivere, infatti, il poeta esprime uno stato d animo sospeso e indefinito attraverso impressioni e suggestioni. Anche l apparizione della luna, che è l immagine centrale della prima strofa, non viene rappresentata, ma evocata come il momento miracoloso della sera, contemplata nel gioco degli scambi tra dimensione psichica e dato naturale, tra realtà fisica e trasfigurazione antropomorfica. La stessa tacita presenza della donna, alla quale si rivolge il poeta, è ridotta al minimo, richiamata appena da accenni discreti (ti sien, vv. 2 e 19; il nostro sogno, v. 10; ti dirò, vv. 35 e 39; ci chiami, v. 36), mentre la sera viene personificata in una languida figura femminile. Siamo dunque all opposto di una resa oggettiva o realistica: la natura è interiorizzata e umanizzata dal poeta, che rappresenta, oltre alla sera, la luna e gli altri elementi del paesaggio come figure umane, partecipi della vita divina che anima l universo in ogni sua fibra. Al tempo stesso, egli e la donna amata si compenetrano nella natura, entrando in essa e condividendone la continua, vitale e armoniosa metamorfosi. Di questa meraviglia naturale d Annunzio si assume il compito di rivelare l essenza e la musica segreta grazie a una sapiente modulazione di suoni, ritmi, immagini. Come un poeta-veggente, egli si ritiene il solo a poter decifrare la complessità dell esistenza, a farsi interprete di profonde verità insondabili da parte dell uomo comune, a decodificare la «foresta di simboli e le «corrispondenze , come le aveva definite Baudelaire ( p. 334), che si celano dietro il reale, in una fitta trama di rapporti tra le cose. Il poeta rivelatore della bellezza Non a caso, tutto il testo è attraversato da una notevole tensione espressiva; il poeta annuncia parole (vv. 1 e 18) e ripete ti dirò (vv. 35 e 39); perfino la natura è agitata dalla stessa necessità: verso quali reami / d amor ci chiami il fiume (vv. 35-36), le cui fonti / eterne [ ] parlano nel mistero sacro dei monti (vv. 36-38), le colline si piegano come labbra (vv. 40-41) e hanno volontà di dire (v. 42). La ragione arcana (il segreto, v. 39) che riposa al fondo dell essenza della natura rimane però indefinibile, come evidenziano le espressioni mistero sacro (v. 38), divieto (v. 41), chiuda (v. 42), silenzio (v. 45). Qualcosa di sacro e inviolabile (un divieto, v. 41) impedisce alle parole di essere pronunciate: la magia enigmatica del potere dei suoni e delle sensazioni può essere soltanto evocata nella trasfigurazione di una vita panica e sublime, oltre la sfera e i limiti dell umano, nell impalpabile confine tra il dicibile e l indicibile. Anche sotto la superficie innocente e pura della Sera fiesolana, d Annunzio ribadisce le prerogative esclusive di una sensibilità superiore. La musica del paesaggio Le scelte stilistiche La ricerca della musicalità emerge innanzitutto dalla fluidità melodica delle strofe, che si snodano senza spezzature, con una punteggiatura ridotta al minimo (la prima ne è addirittura priva) e con un accentuata concatenazione sia sintattico-retorica sia contenutistica. C è, è vero, un numero cospicuo di enjambement, che tuttavia, più che frammentare il ritmo, lo cadenza in lunghe sequenze di sillabe. Le figure di suono accentuano il tessu- 522 / IL SECONDO OTTOCENTO

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Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento