Classe di letteratura - volume 3A

ANALISI ATTIVA Il manifesto dell esteta 1. 2. 3. 4. I contenuti tematici Queste pagine possono essere considerate il manifesto dell estetismo dannunziano. Il ritratto di Andrea Sperelli condensa infatti i segni particolari che compongono il carattere morale, psicologico e culturale dell intellettuale votato all arte e alla bellezza. La sua filosofia, che gli è stata insegnata dal padre, viene riassunta da d Annunzio in una serie di moniti ed enunciati che hanno il valore di sentenze: Bisogna fare la propria vita, come si fa un opera d arte (rr. 38-39); Bisogna conservare ad ogni costo intiera la libertà, fin nell ebrezza (rr. 41-42); Il rimpianto è il vano pascolo d uno spirito disoccupato (r. 43). Ma come vengono assimilati dal giovane tali precetti? Andrea ha certamente preso alla lettera la lezione ricevuta: dopo aver viaggiato in tutta Europa, alla morte del padre sceglie come propria residenza Roma, la città che ama di più, non per le sue vestigia antiche ma per gli sfarzosi palazzi rinascimentali e barocchi, dove egli intende vivere un esistenza degna di un Principe romano (r. 79). Immune dalle meschinità del mondo e dalla degradazione generale causata dall ascesa, sulla scena sociale, delle masse (il grigio diluvio democratico, r. 1) che inquina le belle cose e rare (r. 1), egli è stimolato dall insaziabile ricerca del piacere (avidità del piacere, r. 19) e non si cura dei conformismi borghesi (paradossale disprezzo de pregiudizii, r. 19). Per questi aspetti programmatici, si può dire che Andrea è la maschera letteraria del suo creatore, anch egli sprezzante della massa, raffinato adoratore della bellezza vista come una divinità, non toccato dalla morale comune, disposto a tutto pur di contaminare tra loro arte e vita. Quali esperienze hanno formato il gusto del giovane Andrea? Che ruolo hanno avuto il padre e la tradizione familiare nella formazione di Andrea? Individua nel brano tutti i riferimenti a opere d arte. Da quali espressioni si evince il pensiero antidemocratico dell autore? Un eroe mancato Tuttavia, d Annunzio è ben lontano dall offrire un immagine positiva del suo personaggio, ne vuole anzi prendere le distanze, indicando da subito limiti e contraddizioni della sua personalità. Sperelli è un esteta, ma più per la sua appartenenza alla nobiltà che per una scelta personale; la sua indole è priva di forza (natura involontaria, rr. 47-48) e la sua potenza volitiva si rivela debolissima (r. 48). Come affetto da una malattia dell anima, che lo rende velleitario e impotente, egli non può dominare la realtà con l intelletto e la volontà, né realizzare del tutto sé stesso, perché incapace di uscire dalla falsità sentimentale, dall artificio e dalla finzione in cui è immerso. Il suo edonismo da dandy decadente risulta dunque superficiale e le sue passioni dilettantesche; il suo estro, volubile e minacciato dal narcisismo, galleggia in un universo asfittico, evanescente, privo di ideali. La sua figura incarna quindi quella di un esteta sconfitto, di un eroe non riuscito, di un inetto, incapace di agire e vivere da protagonista il proprio tempo. Il superuomo, dipinto da d Annunzio nei romanzi successivi, è ancora lontano. 5. Spiega l antitesi tra forza sensitiva e forza morale (rr. 30-37). 6. Definisci i seguenti termini, che delineano, in negativo, il carattere di Andrea Sperelli: sofisma; ingegno malsano; menzogna. Lo stile al posto della trama Le scelte stilistiche Come in tutta la produzione romanzesca dannunziana, in assenza di un articolato sviluppo narrativo, è presente un abbondante corredo di soluzioni liriche tese a nobilitare l atmosfera del romanzo: le anafore (Egli era , Egli era , Egli alternò , rr. 11, 14, 15; Anche , Anche , rr. 41, 43), le metafore (Il rimpianto è il vano pascolo d uno spirito disoccupato, r. 43), le allitterazioni (profondi, parve prodigiosa, r. 15), le enumerazioni (per esempio, dei gusti di Sperelli, rr. 66-79), perfino i troncamenti poetici delle parole (tradizion, ideal, ri- 498 / IL SECONDO OTTOCENTO

Classe di letteratura - volume 3A
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Dal secondo Ottocento al primo Novecento