Classe di letteratura - volume 3A

45 50 55 60 65 70 75 Anche, diceva: «Il rimpianto è il vano pascolo d uno spirito disoccupato.17 Bisogna sopra tutto evitare il rimpianto occupando sempre lo spirito con nuove sensazioni e con nuove imaginazioni . Ma queste massime volontarie,18 che per l ambiguità loro potevano anche essere interpretate come alti criterii morali, cadevano appunto in una natura involontaria,19 in un uomo, cioè, la cui potenza volitiva20 era debolissima. Un altro seme paterno aveva perfidamente fruttificato nell animo di Andrea: il seme del sofisma.21 «Il sofisma diceva quell incauto educatore «è in fondo ad ogni piacere e ad ogni dolore umano. Acuire e moltiplicare i sofismi equivale dunque ad acuire e moltiplicare il proprio piacere o il proprio dolore. Forse, la scienza della vita sta nell oscurare la verità. La parola è una cosa profonda, in cui per l uomo d intelletto son nascoste inesauribili ricchezze. I Greci, artefici della parola, sono infatti i più squisiti goditori dell antichità. I sofismi fioriscono in maggior numero al secolo di Pericle, al secolo gaudioso .22 Un tal seme trovò nell ingegno malsano del giovine un terreno propizio. A poco a poco, in Andrea la menzogna non tanto verso gli altri quanto verso sé stesso divenne un abito così aderente alla conscienza ch egli giunse a non poter mai essere interamente sincero e a non poter mai riprendere su sé stesso il libero dominio. Dopo la morte immatura del padre, egli si trovò solo, a ventun anno, signore d una fortuna considerevole, distaccato dalla madre, in balia delle sue passioni e de suoi gusti. Rimase quindici mesi in Inghilterra. La madre passò in seconde nozze, con un amante antico. Ed egli venne a Roma, per predilezione. Roma era il suo grande amore: non la Roma dei Cesari ma la Roma dei Papi; non la Roma degli Archi, delle Terme, dei Fòri, ma la Roma delle Ville, delle Fontane, delle Chiese. Egli avrebbe dato tutto il Colosseo per la Villa Medici, il Campo Vaccino per la Piazza di Spagna, l Arco di Tito per la Fontanella delle Tartarughe. La magnificenza principesca dei Colonna, dei Doria, dei Barberini23 l attraeva assai più della ruinata24 grandiosità imperiale. E il suo gran sogno era di possedere un palazzo incoronato da Michelangelo e istoriato dai Caracci,25 come quello Farnese; una galleria piena di Raffaelli, di Tiziani, di Domenichini, come quella Borghese; una villa, come quella d Alessandro Albani,26 dove i bussi27 profondi, il granito rosso d Oriente, il marmo bianco di Luni,28 le statue della Grecia, le pitture del Rinascimento, le memorie stesse del luogo componessero un incanto intorno a un qualche suo superbo amore. In casa della marchesa d Ateleta sua cugina, sopra un albo29 di confessioni mondane, accanto alla domanda «Che vorreste voi essere? egli aveva scritto «Principe romano . 17 Il rimpianto disoccupato: come a di- re che rimpiangere ciò che non si è fatto è l inutile preoccupazione dell inetto. 18 volontarie: che rafforzano la volontà. 19 involontaria: debole e priva di volontà. 20 potenza volitiva: forza di volontà. 21 il seme del sofisma: l abitudine alla finzione e alla menzogna. 22 I sofismi fioriscono secolo gaudioso: i sofisti, filosofi greci che insegnavano la retorica, vissero per lo più nel V secolo a.C., età dominata dal politico ateniese Pericle, un periodo gaudioso perché caratterizzato da prosperità economica e splendore artistico. 23 Colonna Doria Barberini: sono tre famiglie nobili romane. 24 ruinata: ridotta in rovina. 25 Caracci: i fratelli Annibale (1560-1609) e Agostino Carracci (1557-1602) e il cu- gino Ludovico (1555-1619) furono grandi pittori bolognesi del tardo Rinascimento. 26 Alessandro Albani: cardinale (16921779), noto per l amore per il collezionismo. La sua villa sulla via Salaria ospitava un grande numero di opere d arte. 27 bussi: bossi, arbusti sempreverdi. 28 Luni: antica località tra la Liguria e la Toscana, nota per le cave di marmo bianco. 29 albo: registro. L AUTORE / GABRIELE D ANNUNZIO / 497

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Dal secondo Ottocento al primo Novecento