Classe di letteratura - volume 3A

IN BREVE Approfondisci LETTURA CRITICA di Pietro Gibellini sconfina nel fantastico, nella quale larghi strati dell Italia umbertina, giolittiana, poi fascista, ameranno identificarsi anche cercando un risarcimento delle proprie frustrazioni e delusioni. Uomini e donne della piccola e media borghesia vedono la realtà attraverso la mediazione esemplare delle sue avventure, di amore e di guerra, vagheggiando lussi esclusivi e imprese leggendarie: è in questo impasto di estetismo, retorica imperialistica e sensualità che possiamo cogliere gli ingredienti di quel fenomeno di costume chiamato dannunzianesimo . Nelle sue opere d Annunzio non manca mai di ricercare il sublime, sia nello stile letterario sia nel proporrre il modello umano e culturale che egli impersona, al ne di sedurre i lettori. A patti con il mercato Va però detto, al tempo stesso, che la percezione che d Annunzio ha delle attese e dei gusti del pubblico e la capacità di tradurli in occasione di consenso personale non lo inducono a proporre, dal punto di vista letterario, soluzioni espressive superficiali o banali e un prodotto di basso consumo. Nell opera dannunziana, infatti, non viene mai meno la ricerca del sublime non solo come scelta artistico-letteraria, ma anche quale strategia di seduzione dei lettori, ovviamente ammaliati dalla poliedricità del suo stile e del suo modello umano e culturale, aristocratico e insieme populista. Quando ci troviamo dinanzi alle sue opere, ricche di allusioni erudite, sottintesi mitologici, suggestioni e virtuosismi classicheggianti, abbiamo sempre la sensazione (e così doveva essere anche per il suo pubblico culturalmente più attento) che tutto questo repertorio di meraviglie sia escogitato per esaltare il suo talento e divulgare un idea di bellezza da contemplare e adorare. Egli, in altre parole, «ci propone un opera che dobbiamo ammirare perché in essa avviene un miracolo sempre straordinario, sia che l autore esibisca la sua sapienza linguistica, sia magari che ci renda note le sue inarrivabili esperienze amatorie (Giovannetti). Per la sua vitalità, per il suo egocentrismo, per la ricerca ostinata del piacere, in letteratura come nella sua vita reale, il personaggio d Annunzio suscita ancora oggi sentimenti contrastanti di fascino e avversione. Un egocentrico vitalismo Questo elogio di sé stesso, questa tendenza (implicita o esplicita) ad autocelebrarsi è trasversale in tutta l opera di d Annunzio, anche in quella parte in cui egli presenta sé stesso nei panni più umili del nostalgico cantore degli affetti privati e di un esistenza sobria e lontana dal lusso. Non accade mai che questo autore in letteratura, così come nelle sue manifestazioni di pubblica e plateale vitalità rinunci al proprio egocentrismo, alla celebrazione narcisistica delle proprie esperienze, all entusiasmo delle proprie azioni, alla ricerca continua del piacere: ed è in questa tensione «inesausta (un aggettivo tipicamente dannunziano) a godere dei «frutti terrestri e a esaltare il proprio istinto vitale che risiede ancora oggi quel misto di fascinazione e avversione che facilmente egli suscita. DIVO NARCISISTA DAI TEMI ai testi: T7 > p. 524 un artista sempre in prima pagina scandali e gesta di una «vita inimitabile concezione privilegiata del poeta disprezzo per la volgarità della massa seduzione del pubblico modello affascinante dannunzianesimo L AUTORE / GABRIELE D ANNUNZIO / 483

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento