Il ritorno in Italia, la guerra e la “prigione dorata” del

U N R I T R AT T O IN ESILIO Nel 1909, in Francia, d Annunzio incontra la pittrice statunitense Romaine Brooks (18741970), a cui dà il soprannome di Cenerina, per indicare la tavolozza di toni di grigio da lei prediletta. Anche in questo ritratto del vate la composizione è quasi monocromatica, ottenuta alternando solo varie tonalità di grigio. Sullo sfondo di un mare in tempesta, d Annunzio è colto con la bocca semiaperta, come in un istantanea fotografica, e gli occhi volitivi e guizzanti. Romaine Brooks, D Annunzio in esilio, 1912. Parigi, Musée National d Art Moderne, Centre Pompidou. tiva: è in questi anni che compone i capolavori poetici, cioè i primi tre libri delle Laudi: Maia, Elettra e Alcyone, editi nel 1903. In precedenza, era uscito il romanzo Il fuoco (1900), in cui d Annunzio aveva descritto pubblicamente il suo rapporto con Eleonora, facilmente individuabile nelle fattezze della protagonista femminile, Foscarina: anche per questo motivo entra in crisi la relazione artistica e sentimentale con l attrice. Le amanti del poeta cambiano, ma non il suo modo di vivere, che le pur generose elargizioni di editori e mecenati non riescono più a sostenere. I creditori pongono i sigilli alla Capponcina, e al poeta, nel 1910, non resta che l umiliazione del volontario esilio in Francia. Qui è accolto regalmente, introdotto nei salotti della Parigi della Belle poque dalla giovane dama russa Nathalie de Goloubeff. Vogliono conoscerlo i maggiori intellettuali di Francia, da André Gide a Marcel Proust. In cerca di solitudine, stanco del clamore che la sua figura esercita sulla frivola e decadente aristocrazia parigina, il poeta si rifugia nell estate del 1910 ad Arcachon, sulla costa atlantica, dove scrive l opera Le martyre de Saint Sébastien. Negli anni successivi, d Annunzio continua a scrivere opere teatrali in francese, ma non rinuncia al dialogo con il pubblico italiano: Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera , gli affida uno spazio sul quotidiano dove il poeta pubblica una serie di prose, poi raccolte in volume con il titolo Le faville del maglio, e dieci canzoni composte in occasione della guerra coloniale in Libia. 1895: Le vergini delle rocce La città morta 1900: Il fuoco 1901: Francesca da Rimini 1903: Maia, Alcyone, Elettra 1904: La figlia di Iorio 1908: La nave 1910: Forse che sì forse che no 1911: Le martyre de Saint Sébastien 1912: Merope 1898: | IL RITORNO IN ITALIA, LA GUERRA E LA PRIGIONE DORATA DEL VITTORIALE | Nel 1915, con lo scoppio della guerra il poeta rientra in patria. Convinto interventista, prepara il terreno per il ritorno con una serie di infiammati canti di guerra, con i quali si pone a capo dell eterogenea schiera di intellettuali favorevoli all entrata dell Italia nel conflitto. Il 4 maggio 1915 inaugura a Quarto (Genova) un monumento in ricordo della spedizione dei Mille, prima tappa della sua incendiaria campagna di propaganda bellicista. Quando l Italia entra in guerra, d Annunzio passa dalle parole ai fatti: a dispetto dell età avanzata (ha 52 anni), si arruola volontario e nel 1916 resta ferito gravemente all occhio destro in un incidente aereo. Obbligato a un periodo di immobilità, scrive, bendato, le proprie impressioni su striscioline di carta, confezionate dalla figlia Renata: è questa la genesi dell opera Notturno, prosa lirica che sarà pubblicata nel 1921. Nel 1918 si rende protagonista di celebri imprese, come la «beffa di Buccari e il volo su Vienna: nella prima occasione è l ideatore L AUTORE / GABRIELE D ANNUNZIO / 479

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento