Classe di letteratura - volume 3A

FINESTRA SUL 900 Pascoli & Giorgio Caproni Un dialogo simbolico L occasione della composizione della lirica verrà narrata dallo stesso Caproni: «A Roma, verso la fine del 1945. Ero in una latteria, solo, vicino alla stazione, e aspettavo mia moglie Rina che doveva arrivare da Genova. Una latteria di quelle con i tavoli di marmo, con le stoviglie mal rigovernate che sanno appunto di rifresco . Mia moglie non poteva stare con me a Roma perché non trovavo casa e dovevo stare in pensione. Erano tempi tremendi . L alba non è, pascolianamente, intercettata nella quiete della campagna: qui siamo immersi tra i vapori d un bar (v. 1) che annebbiano la vista e l eco di qualcosa (ma che cosa?) che pare segnare lo scorrere inesorabile del tempo (ora nell ermo / rumore oltre la brina io quale tram / odo, che apre e richiude in eterno / le deserte sue porte?, vv. 5-8), mentre la sensazione di gelo è amplificata dal marmo (v. 4) dei tavoli del bar, finendo per penetrare nel sangue (v. 4) del poeta. Tra l illusione e il disincanto, l io lirico spera di vedere la donna amata, a cui si rivolge in apostrofe sin dal primo verso, in attesa di un incontro che non sapremo mai se si realizzerà. L unica certezza è appunto in questa trepidante sospensione, che può concretizzarsi solo in un brivido o nel rumore del bicchiere che trema tra i denti nonostante la fermezza della mano che lo tiene. Non è detto, infatti, che le porte deserte del tram permettano il passaggio e il ricongiungimento de- gli amanti; anzi, esse sembrano aprirsi all assenza ed escludere ogni soluzione consolatoria. La speranza dell arrivo della donna vacilla: il poeta infatti teme (Non dirmi, vv. 12, 13) che, in questa dimensione di vuoto metafisico, al suo posto sopraggiunga la morte, il simbolo di una definitiva separazione dalla vita e di un annullamento del tempo che conduce verso il nulla (in eterno, v. 7). Il significato dei suoni A Pascoli non rimanda solo la sinistra inquietudine mortuaria che attraversa il componimento, rivelandosi poi nella sua conclusione, ma anche e soprattutto i fenomeni fonici, decisivi nel conferire al testo la sua patina di sofferta ambiguità. Allitterazioni (ermo / rumore oltre la brina, vv. 5-6; tremitìo tra i denti, v. 10; attendo la morte, v. 14, solo per citare le più significative), assonanze e consonanze danno vita a un groviglio di suoni che richiama il fonosimbolismo e i nessi analogici tipici di Myricae e dei Canti di Castelvecchio: non è casuale, per esempio, la frequenza dei fonemi m, r, t (come nell assonanza bar-tram), che alludono alla presenza della morte. Infine certe soluzioni retoriche (le sinestesie sa / di rifresco anche l occhio, vv. 4-5, e fragore / sottile, vv. 9-10), le scelte lessicali (come il tremitìo del v. 10) e il ritmo del verso, scandito, quasi sincopato dagli enjambement, confermano la presenza di precisi echi pascoliani. William Turner, Mare grigio, barca corre verso la riva, 1840 ca. Leeds, Leeds Museum and Galleries. 472 / IL SECONDO OTTOCENTO

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento