Classe di letteratura - volume 3A

Un apologo ideologico L emigrazione è per Pascoli una realtà dolorosa, un evento lacerante che scardina il «nido familiare e determina un profondo trauma interiore in quanto separa dalla comunità contadina d origine, dalla famiglia e da una cultura secolare. Tuttavia il ritorno al «nido (alla famiglia, ma anche alla patria) può donare agli emigranti, che hanno sofferto le pene della lontananza e dell esilio, la salute e la serenità perdute: la malattia e la guarigione di Molly vogliono rappresentare proprio questo. In tal senso la trama del poemetto non nasconde, attraverso una vicenda esemplare che permette di assimilarlo a un apologo edificante, la velleità dell autore di cimentarsi con una poesia sociale dalle chiare valenze ideologiche. Quello di Molly-Maria è infatti una sorta di percorso di formazione: la bambina nata in America, dopo l iniziale disgusto per la povertà della sua famiglia, vi riscopre i suoi stessi valori e la sua stessa identità. Non a caso, ai fanciulli che nella chiusa del poemetto le chiederanno se un giorno tornerà in Italia, lei risponderà «Sì , con la prima parola italiana che pronuncia dopo essersi espressa fino ad allora in inglese. Il tema del «nido si è così dilatato, dall originario significato autobiografico ed esistenziale, a quello sociale e politico. L eredità delle generazioni Questo percorso di riappropriazione di sé avviene grazie all incontro tra le generazioni che erano state divise dall emigrazione: è la scoperta della saggezza della nonna a permettere alla bambina di ritrovare le proprie radici. Più avanti, nel secondo canto del poemetto, la vecchia morirà, ma anche questo evento luttuoso riveste un preciso significato simbolico: sarà Molly, ora, a far rivivere e a trasmettere gli affetti e i valori che la nonna le ha lasciato come ultimo atto di amore e di fedeltà alla terra. Il gergo degli emigranti Le scelte stilistiche La materia del componimento, come si è visto, è realistica, ma lo stile non lo è affatto. Troviamo infatti un amplificazione epica delle scene narrative (che hanno il ritmo di un arcaica saga contadina), l indeterminatezza spazio-temporale della vicenda (nonostante l autenticità dei toponimi) e una certa frammentazione dei dialoghi (che sembrano rimanere sospesi fra ampie zone di silenzio). Assai originale è soprattutto l incastro plurilinguistico, ottenuto grazie all inserzione di vocaboli ed espressioni di diversa matrice: accanto al lessico dialettale (talla, v. 13; mòlgere, v. 36; banco, v. 58; nieva, v. 98) e a tasselli della lingua colta della tradizione (erta, v. 2; anella, v. 12; galla, v. 15; sbianchir, v. 85; lazzo, v. 86) e del vocabolario tecnico contadino (brocche, fuscelli, canapugli, v. 49), Pascoli immette nel linguaggio poetico l idioma italo-americano, senza però alcun intento caricaturale (gli emigranti che ne fanno uso rappresentano per il poeta tutt altro che ridicole macchiette): non si tratta dell inglese standard, ma di una variante americana del registro familiare, su cui si innestano gli echi della parlata italiana (pai con fleva, v. 100; bisini, v. 113). Giuseppe Pellizza da Volpedo, Neve, 1906. Collezione privata. 440 / IL SECONDO OTTOCENTO

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento