T10 - Il tuono

Il tuono / T10 / Myricae / La consolazione dopo la paura / Il tuono appartiene a una fase successiva rispetto ai due precedenti componimenti e viene inserito in Myricae solo nella quinta edizione, nel 1900, quale seguito del Lampo. Alla paura generata dal lampo segue ancora inquietante il fragore del tuono, che però si smorza presto, fino a un silenzio rotto a sua volta, finalmente, da una voce umana che si leva limpida, rassicurante e consolante: quella di una madre che canta una ninna nanna. Audio LETTURA METRO Ballata minima di endecasillabi. E nella notte nera come il nulla, 5 a un tratto, col fragor d arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un canto s udì di madre, e il moto di una culla. 2 arduo: scosceso. 4 cupo: con un rumore sordo. 5 rimareggiò rinfranto: produsse un ru- more simile a un eco, come fa l onda nella risacca, quando rifluisce dopo essersi infranta sulla battigia o sugli scogli. 6 vanì: svanì. DENTRO IL TESTO Oltre la semplicità delle impressioni Temporali interiori Temporale: suono, ma soprattutto visione I contenuti tematici Una lettura superficiale di queste tre poesie potrebbe indurre a cogliere soltanto i tratti tipici dell impressionismo di Pascoli: la brevità del testo, la rappresentazione di un effetto meteorologico transitorio mediante poche pennellate cromatiche, la costruzione del quadro per tocchi giustapposti ricordano da vicino l istintiva modalità con cui i pittori dell Impressionismo francese dipingevano le loro tele. In realtà, come scrive Elio Gioanola, «i temporali pascoliani non si risolvono mai in pioggia, perché sono temporali psicologici , non reali. Riflettono assai più una turbata condizione interiore che una situazione vera . Le immagini visive e coloristiche del paesaggio naturale infatti non vanno lette in chiave realistica: non è la scena in sé a contare, ma i riflessi della realtà sconvolta e le sensazioni che essa suggerisce alla sensibilità soggettiva del poeta. L evento naturale acquista un valore simbolico e la mera percezione sensoriale assume un impronta visionaria, quasi onirica: in tal modo, sulla vita della natura si proiettano, come sempre, le suggestioni dolorose che tormentano la psiche di Pascoli. Nel caso dei tre testi riportati, Temporale ci presenta soprattutto il quadro visivo di un paesaggio nei momenti precedenti l esplosione del fenomeno: il suono del tuono è appena percettibile in lontananza e tutta l attenzione dell autore si indirizza ai colori della campagna in attesa della tempesta. Il lampo e Il tuono, liriche non a caso poste una dopo l altra nell edizione definitiva di Myricae, costituiscono due momenti legati fra loro: all istante accecante del lampo segue il fragore del tuono. Tale continuità è sottolineata dalla ripresa, nel primo verso del Tuono, di un sintagma presente nell ultimo verso del Lampo: notte nera. Ma mentre Il lampo, nel rappresentare gli effetti luminosi sul paesaggio di un bagliore che lacera la notte, si conclude veicolando sensazioni di turbamento e di angoscia, Il tuono, dopo aver reso gli effetti sonori, finisce all insegna di un senso di raccoglimento e protezione, grazie all immagine di una madre che culla il suo bambino, un immagine tesa a suggerire l idea di un «nido tranquillo. Le scelte stilistiche Dopo il primo verso, che dà la nota uditiva, il rumore di fondo, la lirica prosegue su impressioni visive, immagini prive di nessi logici e di legami sintattici. C è un solo verbo alla forma finita, Rosseggia (v. 2), eccezione all interno di uno stile nominale. Quest ultimo è costitui- L AUTORE / GIOVANNI PASCOLI / 429

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento