T2 - Arano

Arano / T2 / Myricae / Uomini e animali nella campagna / Scritta nel 1885, la poesia compare già nella prima edizione, del 1891, di Myricae. Essa descrive una scena di vita nei campi: prima il lavoro paziente dei contadini in un paesaggio autunnale, poi l osservazione degli uccelli che spiano i gesti degli aratori, pregustando il piacere di beccare i semi appena sparsi sul terreno. METRO 2 terzine di endecasillabi seguite da 1 quartina, anch essa di endecasillabi con schema di rime ABA CBC DEDE. Al campo, dove roggio nel filare qualche pampano brilla, e dalle fratte sembra la nebbia mattinal fumare, 5 arano: a lente grida, uno le lente vacche spinge; altri semina; un ribatte le porche con sua marra paziente; ché il passero saputo in cor già gode, e il tutto spia dai rami irti del moro; 10 e il pettirosso: nelle siepi s ode il suo sottil tintinno come d oro. 1 roggio: rossastro. filare: di viti. Il filare è letteralmente una serie allineata di alberi e/o piante. 2 pampano: foglia di vite (variante popolare toscana di pampino). fratte: macchie intricate di vegetazione. 3 fumare: evaporare. 6 porche: zolle. marra: zappa. Come il precedente porche, si tratta di un termine tecnico, proprio di un lessico specialistico, secondo una tendenza tipica della poesia pascoliana a evitare la generica convenzionalità della lingua quotidiana. 7 ché: letteralmente poiché , ma qui nel significato di così che . saputo: esperto. «L aggettivo accompagna un sorriso del poeta, fra il bonario e il canzonatorio, su quel passero birichino, il quale sa che potrà beccare quei chicchi che l uomo semina (Vicinelli) e per questo già gode in cuor suo. 8 irti: pungenti (aggettivo frequente nel Pascoli di Myricae). moro: gelso. 10 il suo sottil d oro: sinestesia, in quanto l espressione è simultaneamente cromatica e fonica. Il cinguettio del pettirosso è infatti metallico come il suono delle monete che cadono su un metallo. La relazione tra i due suoni è sottolineata dalla ripetizione della s a inizio parola (siepi, s ode, suo sottil) e dalla frequenza della vocale i (siepi, il, sottil, tintinno). Le parole valgono fratta Anche se nella lingua greca medievale il termine stava a indicare una siepe, la fratta è molto di più: è infatti una macchia intricata di pruni e di sterpi, fitta di vegetazione incolta che ricopre il terreno, di solito scosceso e impervio. Questa parola ricorre in due espressioni popolari, assai frequenti rispettivamente in territorio romano e toscano: «andare per fratte e «essere per le fratte . Se non sei di quelle parti, cerca sul dizionario e indica il loro significato. DENTRO IL TESTO Il poeta e la campagna I contenuti tematici Un paesaggio campestre in autunno viene descritto dall autore in tre diverse prospettive, che corrispondono alle tre brevi strofe della poesia: lo sguardo si posa prima sul campo coperto dalla nebbia ma acceso dal rosso vivo delle ultime foglie di vite, poi sulle diverse attività dei contadini; infine l attenzione è catturata dalla presenza degli uccelli. Il poeta seleziona solo alcuni aspetti della realtà osservata, costruendo un quadretto personale per accumulo di particolari minuti contenuti in spazi diversi: l occhio del «fanciullino , infatti, cerca nella serenità dell idillio agreste gli spunti emozionali per trovare quiete oltre L AUTORE / GIOVANNI PASCOLI / 411

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento