Da studente a docente

I LUTTI FA M I L I A R I Poco tempo dopo lo scatto della foto a destra, la vita del piccolo Giovanni (detto affettuosamente Zvanì), sarà sconvolta: prima l uccisione del padre Ruggero, poi la morte dei due fratelli, Luigi e Giacomo (quello più alto nella fotografia). Ufficialmente Giacomo morirà di tifo, nel 1876, ma questo è un altro mistero. Studi recenti hanno insinuato un dubbio tremendo: che fosse stato avvelenato dagli stessi assassini del padre. Ruggero Pascoli e tre dei suoi figli, tra cui il piccolo Giovanni (a destra). ti della famiglia cadono su un tale Pietro Cacciaguerra, il quale sarebbe stato spinto all assassinio dal desiderio di subentrare a Ruggero nella carica di amministratore della tenuta. Tuttavia le indagini, orientate in un primo momento verso la pista politica (si diceva infatti che gli ambienti socialisti e anarchici non avessero perdonato a Ruggero, un tempo simpatizzante repubblicano, la conversione monarchica), non sortiscono effetti, e gli esecutori e i mandanti del delitto non saranno mai individuati. Il poeta rimarrà segnato per sempre da questa tragedia, primo anello di una interminabile catena di lutti espressione della sessualità, la tutela del «nido da cui allontanare ogni minaccia di profanazione, il rifiuto delle tentazioni sociali e mondane sono ossessioni che lo legano a pochi valori salvifici: l innocenza, il candore, l amore per la semplicità e per le piccole cose che affiorano dai suoi versi apparentemente semplici. Sta a noi lettori cogliere dietro le sue immagini infantili di pace e serenità il drammatico groviglio di una personalità irrisolta. che funesta la sua adolescenza e ne condiziona la vita: l anno dopo, nel 1868, muore di tifo la sorella maggiore, Margherita, seguita subito dalla madre e poi dal fratello Luigi, stroncato nel 1871 dalla meningite. Rimasto orfano e privo di mezzi economici, nell arco di pochi anni Giovanni è costretto a seguire a Rimini il fratello Giacomo, ormai il capofamiglia, e poi a trasferirsi a Firenze, dove gli Scolopi gli garantiscono un istruzione gratuita presso il locale liceo. | DA STUDENTE A DOCENTE | I risultati scolastici di Pascoli sono assai scoraggianti, ma la vittoria in un concorso per una borsa di studio indetto nel 1873 dalla facoltà di Lettere dell Università di Bologna gli apre una strada imprevista. Presidente della commissione esaminatrice è Giosuè Carducci, il maestro di un intera generazione di letterati italiani: «Egli , ricorderà Pascoli anni dopo, «qualche cosa doveva aver letto nel viso smunto e pallido del ragazzo: leggeva forse il pensiero che appariva tra uno sforzo e un altro per rispondere; pensiero d assenti, pensiero di solo al mondo, pensiero d un dolore e d una desolazione che al maestro non potevano essere fatti noti se non dagli occhi del ragazzo . Il successo universitario non mitiga tuttavia le inquietudini del giovane. Più per istinto che per reale convinzione ideologica, egli si lega ai circoli socialisti bolognesi. Mentre la scarsa frequenza ai corsi accademici (assiste solo alle lezioni di Carducci) gli costa la revoca della borsa di studio, Pascoli diventa amico di Andrea L AUTORE / GIOVANNI PASCOLI / 389

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento