Classe di letteratura - volume 3A

160 165 170 175 180 185 190 195 200 Un passo pesante nel corridoio. Marina si trasformò. I suoi occhi scintillarono, il sangue le corse al viso; chiuse con impeto la ribalta dello stipo e si slanciò alla porta. Era Fanny,21 che aveva un passo da corazziere. «Vattene , disse Marina. «Ah, Signore, che furia, cos è accaduto? «Nulla, non ho bisogno di te stasera, vattene a letto , ripetè Marina più ricomposta nella voce e nel viso. Fanny se ne andò. Marina stette in ascolto de suoi passi finché la udì scendere le scale. Allora tornò allo stipo. Esitò a riaprirlo, ne considerò i geroglifici, le figure enigmatiche d avorio intarsiato nell ebano, che avevano in quel momento per lei la espressione funebre di spettri saliti a galla in una corrente nera infernale. Si decise e riabbassò la ribalta. Trasalì; lo stipo era stato chiuso in furia e lo specchietto era andato in pezzi secondo la volontà di Cecilia. Rilesse l ultima pagina del manoscritto, si sciolse i capelli, ne tolse in mano una treccia e l accostò alla ciocca di Cecilia; i vivi e i morti22 non si rassomigliavano affatto. Prese il guanto. Come n era fredda la pelle! Metteva i brividi. No, neppure il guanto andava bene: era troppo piccolo. Marina ripose nel segreto il manoscritto, il libro, il guanto, i capelli, la cornice con i pezzi dello specchietto e premette forte sull uncino. La molla scattò, il piano risalì a posto. Ciò fatto, cadde ginocchioni, appoggiò le braccia sulla ribalta dello stipo e si nascose il viso. La candela che ardeva sopra di lei e le illuminava di riflessi dorati le onde diffuse dei capelli, parve allora la sola cosa viva nella camera. La fiamma aveva delle strane inquietudini, dei sussulti, degli slanci e dei languori inesplicabili; si veniva lentamente abbassando come se fosse ansiosa di calare all orecchio di Marina e sussurrarle: «Che hai? . Ma neppure se lo spirito di luce avesse parlato così al piccolo orecchio di rose, si sarebbe udita risposta. Quella figura inginocchiata non aveva più sensi né voce. Il cuore le batteva appena: il sangue stesso, forse, era quasi fermo. La sua forte intelligenza e la sua volontà, chiuse nel cervello, fatto intorno a sé un gran silenzio, combattevano il fantasma uscito davanti alla graziosa persona col truce proposito d infiltrarlesi nel sangue, di avvinghiarlesi alle ossa, di suggerle la vita e l anima per mettersi al loro posto. In altri momenti lo scetticismo che Marina teneva dall uso del mondo non l avrebbe nemmeno lasciata accostare da qualsiasi fantasma; ma quel sottile velo di scetticismo che copriva sempre il suo pensiero in tempo di calma come una crittogama23 di acque stagnanti si era squarciato e disperso nell incomprensibile turbamento di spirito che l aveva assalita tornando al Palazzo. La sua prima impressione nell afferrare la strana idea suggerita nel manoscritto era stata di sgomento. L aveva vinta subito con un atto di volontà, con il proposito di esaminar freddamente, d intender ogni parola. Raccoltasi poi nella meditazione intensa di quanto aveva letto, udì una imperiosa voce interiore che le disse: No, non è vero . 21 Fanny: la cameriera. 22 i vivi e i morti: i capelli di Marina e quelli di Cecilia. 23 crittogama: tipo di pianta acquatica. LA CORRENTE / IL DECADENTISMO / 379

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento