Classe di letteratura - volume 3A

115 120 125 130 135 140 145 150 155 Ho pochi giorni a vivere. la sera del 2 maggio 1802. Non so l ora, non ho orologio. Le finestre sono aperte. Ecco le mie sensazioni: un aria tepida, un odor di bosco, un cielo verdognolo, così soave! E queste voci sul lago e queste campane e queste lagrime mie calde, possibile non le ricordi? Anima mia, imprimi bene in te stessa questo. Il conte Emanuele d Ormengo e sua madre sono i miei assassini. Ogni pietra di questa casa mi odia. Nessuno ha pietà! Per un fiore, per un sorriso, per una calunnia! Oh, ma adesso no! Adesso con la volontà, col desiderio immenso, son tutta sua, tutta! Son cinque anni e quattro mesi che son qui, che essi non parlano a me e che io non parlo ad essi. Quando mi porteranno in chiesa ci verranno anche loro, forse. Saranno vestiti a lutto, mostreranno alla gente un viso triste e risponderanno ai preti: lux perpetua luceat eis.19 Allora, allora vorrei rizzarmi sul cataletto20 e parlare! Madre mia, padre mio, è vero che siete morti, che non potete difendermi? Ah, d Ormengo, vili, vili, vili! Almeno non soffrono. Debbo arrestarmi un momento. I miei pensieri non mi obbediscono, si muovono tutti in una volta, si aggruppano qui in mezzo alla fronte, vi fanno una smania che non ha sollievo. Addio sole; a rivederci. Porta nera, porta nera, non aprirti ancora! Calma. Alcune regole per quel giorno. Quando nella seconda vita avrò ritrovato e letto il presente manoscritto, m inginocchierò immediatamente a ringraziar Dio; quindi, paragonati i miei capelli d adesso a quelli d allora, provato il guanto e guardata la immagine nello specchio, spezzerò a quest ultimo il vetro che dev essere rinnovato per poter servire un altra volta; e riporrò tutto nel segreto. Poi converrà premere sull uncino per far tornar su il piano orizzontale. Aver fede cieca nella divina promessa: lasciar fare a Dio. Sieno figli, sieno nipoti, sieno parenti, la vendetta sarà buona per tutti. Qui aspettarla, qui. Cecilia Marina lesse avidamente e non intese. Rilesse. Al passo: «Tu che hai ritrovato e leggi queste parole, conosci in te l anima mia infelice si fermò. Prima non le aveva notate. L occhio suo si fermò su quelle parole, e le mani, che tenevano il foglio, tremarono. Ma per poco. Ella proseguì a leggere e le bianche mani tremanti parvero pietrificate. Giunta alle parole «m inginocchierò immediatamente a ringraziar Dio chiuse il manoscritto tenendovi dentro l indice della mano destra e rimase immobile in piedi, con la testa china sul petto. Riaperse il manoscritto, lo rilesse per la terza volta. Poi lo depose e riprese la ciocca di capelli. Le sue mani si movevano lentamente, non avevan più nulla di nervoso. La fisonomia era marmorea: non v erano scritte né incredulità, né fede, né pietà, né paura, né meraviglia. 19 lux perpetua luceat eis: splenda ad essi la luce perpetua (sono le parole la- 378 / IL SECONDO OTTOCENTO tine dell Eterno riposo, la preghiera per i defunti). 20 cataletto: bara.

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento