Collodi

IN BREVE Collodi | LA VITA | Nato a Firenze nel 1826, Carlo Lorenzini assume lo pseudonimo di Collodi dal borgo toscano vicino a Pescia di cui era originaria la madre. Fervente mazziniano, volontario alle prime due guerre d indipendenza, nel 1860 è impiegato a Firenze, prima presso la commissione di censura teatrale, poi presso la prefettura. Ha intanto iniziato la sua collaborazione a giornali locali, facendosi apprezzare per l arguta vena realistica e per la vivacità dell ironia. Traduttore delle fiabe francesi del Seicento (tra cui quelle di Charles Perrault), Collodi si specializza, a partire dal 1875, nella scrittura di opere destinate a bambini e ragazzi. Quest attività, premiata dal favore del pubblico, continua fino alla morte, che avviene a Firenze nel 1890. Collodi è giornalista e scrittore di romanzi per adulti e ragazzi. La prima versione della storia di Pinocchio si concludeva con la morte del burattino, punito per le sue malefatte. Le proteste dei piccoli lettori inducono l autore a cambiare completamente il finale. Testo PLUS Pinocchio vende l abbecedario Non solo Pinocchio torna in vita, ma si trasforma in un bambino vero, come i suoi lettori. | LE OPERE | Testi teatrali, scritti giornalistici, romanzi Come De Amicis, anche Collodi vanta, oltre al capolavoro per il quale è universalmente noto, una lunga carriera di giornalista e scrittore. Dopo gli esordi teatrali, la sua prima opera di rilievo è uno strano libro di viaggio, una specie di umoristica guida ferroviaria dal titolo Un romanzo in vapore. Da Firenze a Livorno (1856), cui segue un tentativo di romanzo sociale, I misteri di Firenze (1857), con il quale si colloca, sia pure in chiave parodica, sulla scia della tradizione del romanzo d appendice francese. Senza abbandonare la produzione giornalistica (che confluisce in parte in volumi quali Macchiette, 1880, e Occhi e nasi, 1881), Collodi inaugura la prolifica attività di scrittore per l infanzia con Giannettino (1877) e Minuzzolo (1878), romanzi pedagogici che anticipano la stesura delle Avventure di Pinocchio. Pinocchio: una vita decisa dai lettori Prima di essere pubblicate in volume, Le avventure di Pinocchio escono a puntate sul Giornale per i bambini , dal 1881 al 1883. Una prima versione del racconto si conclude, nell ottobre del 1881, in modo molto diverso da quella definitiva. Alla fine delle prime quindici puntate della storia, infatti, Collodi lascia morire Pinocchio, appeso dagli assassini alla Quercia grande, come estrema punizione per tutte le birbonate compiute. A far cambiare idea all autore sono le richieste dei tanti bambini lettori del giornale che non si rassegnano a veder morire il loro burattino preferito. Una nota redazionale del febbraio del 1882 annuncia infatti: «Una buona notizia! Vi ricorderete del povero burattino che il signor Collodi lasciò attaccato a quell albero e che pareva morto. Ebbene, ora lo stesso signor Collodi ci scrive per annunziarci che Pinocchio non è morto, anzi è più vivo che mai, e che gli sono accadute delle cose che pare impossibile. E ve le racconterà presto tutte d un fiato . Il lieto fine della storia Così, nella versione definitiva del romanzo, il burattino, dopo essere stato adescato dalla coppia di furfanti, il Gatto e la Volpe, scampato al Paese dei balocchi dove era approdato in compagnia dell amico Lucignolo, si ritrova nel ventre di un Pesce-cane nel quale incontra il povero padre, il falegname Geppetto. Superata anche quest ultima prova, fuggito dal corpo dell animale grazie all aiuto di un servizievole Tonno, Pinocchio si trasforma in un bambino in carne e ossa, buono e generoso. L aspetto ideologico La vicenda editoriale del romanzo mostra due aspetti piuttosto interessanti. Il primo riguarda il successo della storia, immediato e travolgente, al punto da spingere l autore ad assecondare le pressioni dei suoi piccoli lettori. Il secondo è lega- 298 / IL SECONDO OTTOCENTO

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento