Classe di letteratura - volume 3A

Verga non narra direttamente la triste sorte della barca e di Bastianazzo, ma la fa intravedere nelle parole e nei gesti degli abitanti del borgo: è infatti la visione d assieme che interessa il narratore, la gestualità collettiva, la coralità delle reazioni del popolo. Tra un rosario e l altro, le comari snocciolano pettegolezzi e rimproveri per l ingordigia dei Malavoglia, colpevoli di un azzardo imperdonabile: aver tentato la fortuna. La Longa, priva di una parola di compassione, attorniata dai figli, è sola, sia fisicamente sia moralmente, chiusa in un dignitoso dolore; quando capisce di essere rimasta vedova, esplode in un urlo disperato, prima di correre a rintanarsi in casa (rr. 52-53). La ragione economica Il coro paesano evidenzia l assoluta distanza di Verga da un atteggiamento populistico. I membri del villaggio ragionano esclusivamente in un ottica legata al profitto, e neanche nella sciagura sono capaci di esprimere altri sentimenti che non siano connessi al guadagno e all interesse. La centralità del motivo economico si vede, attraverso la tecnica dello straniamento, in una frase apparentemente posta quasi come un inciso, ma in realtà brutale nell idea che sottintende. Alle rr. 18-19 leggiamo infatti che il figlio della Locca non aveva nulla da perdere lui, e in mare non ci aveva altro che suo fratello Menico, nella barca dei lupini. come se, dal punto di vista degli abitanti del villaggio, la sua preoccupazione fosse meno intensa di quella dei Malavoglia, perché può perdere solo il fratello (Menico); i Malavoglia, invece, oltre a un parente (Bastianazzo), rischiano di veder naufragare anche e soprattutto la barca con i lupini. In altre parole, la vita di un familiare conta altrettanto se non addirittura meno delle cose materiali. Espressione della stessa mentalità è il commento della gente su cui si chiude il passo: «Che disgrazia! , dicevano sulla via. «E la barca era carica! Più di quarant onze di lupini! (rr. 54-55). Nella visione di tutti, la morte delle persone è una sola cosa con la perdita della barca e del suo carico. Il senso della comunità Emerge però anche un certo senso della comunità, che si esprime in alcune manifestazioni, in verità piuttosto rozze e impacciate, di interessamento e di solidarietà da parte dei paesani nei confronti di Maruzza, che attende gli eventi scrutando ansiosa il mare. Subito dopo, comunque, ciascuno rientra a casa propria: le attenzioni sono insolite (r. 36) perché il coinvolgimento nelle vicende altrui può essere solo occasionale; poi conviene pensare di nuovo a sé stessi per non mettere a repentaglio i propri interessi. Cosa che accadrebbe, per esempio, se la solidarietà dovesse tradursi in gesti concreti di aiuto e di sostegno materiale; ma questo non è contemplato nella logica economica narrata da Verga. Si nota infine, sottinteso ma ben presente, un certo fatalismo: la gente del luogo sa che chi va in mare rischia la vita. Uno dei proverbi più ripetuti nel romanzo dice con più di un bisticcio: «Il mare è amaro, e il marinaio muore in mare . L assenza del patetismo La costante della regressione Le scelte stilistiche L episodio è fondamentale ai fini della trama, essendo all origine dei successivi rovesci di fortuna che i Malavoglia si troveranno ad attraversare, ma Verga non ne fa la scena madre del romanzo, come avrebbe fatto invece uno scrittore romantico, magari rappresentandola con toni epici o patetici. Lo scrittore verista, al contrario, tratta l argomento con estrema freddezza e distacco, tanto che la notizia della morte di Bastianazzo viene data al lettore in un inciso riferito a Maruzza, che non sapeva di essere vedova (r. 47). La voce narrante segue lo sviluppo dei fatti come se si trovasse accanto agli abitanti del borgo; la drammaticità è nelle cose, si manifesta nello sconvolgimento interiore di Maruzza, che ripete Vergine Maria, come in trance; anche al termine della scena non c è bisogno di aggiungere parole oltre a quelle, ciniche e indifferenti, pronunciate dal coro paesano. L impressione che il lettore ne ricava è quella di una trascrizione fedele, la quale non si concede commenti personali non in linea con la mentalità comune. Lo spazio dell invenzione è annullato dalla riproduzione mimetica delle voci e dei pensieri che utilizzerebbe la gente di Aci Trezza. Così, già nelle prime righe, il vento s era messo a fare il diavolo, come se sul tetto ci fossero tutti i gatti del paese (rr. 1-2), il mare muggiva che pareva ci fossero riuniti i buoi della fiera di S. Alfio (r. 3), e il giorno era apparso nero peggio dell anima di Giuda (rr. 3-4). Quest ultima è un immagine familiare al popolo che conosce la storia sacra dalle prediche domenicali, essendo la religione un elemento non secondario dell identità collettiva di questo microcosmo. Anche la similitudine che troviamo poco dopo, come una schioppettata fra i fichidindia (r. 6), è un immagine paesana, giacché i fichidindia sono caratteristici della vegetazione siciliana. 224 / IL SECONDO OTTOCENTO

Classe di letteratura - volume 3A
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Dal secondo Ottocento al primo Novecento