Classe di letteratura - volume 3A

45 50 55 60 65 70 75 ma egualmente sporche e oscure; e ognuna puzza in un modo diverso: di cuoio vecchio, di piombo fuso, di acido nitrico, di acido solforico. Varie strade conducono dall alto al quartiere di Porto: sono ripidissime, strette, mal selciate.14 La via di Mezzocannone15 è popolata tutta di tintori: in fondo a ogni bottega bruna, arde un fuoco vivo sotto una grossa caldaia nera, dove degli uomini seminudi agitano una miscela fumante; sulla porta si asciugano dei cenci rossi e violetti; sulle selci disgiunte, cola sempre una feccia16 di tintura multicolore. Un altra strada, le così dette Gradelle di S. Barbara,17 ha anche la sua originalità: da una parte e dall altra abitano femmine disgraziate, che ne hanno fatto un loro dominio, e, per ozio di infelici disoccupate, nel giorno, e per cupo odio contro l uomo, buttano dalla finestra, su chi passa, buccie di fichi, di cocomero, spazzatura, torsoli di spighe: e tutto resta; su questi gradini, così che la gente pulita non osa passarvi più. Vi è un altra strada, che dietro l educandato18 di San Marcellino conduce a Portanova, dove i Mercanti finiscono e cominciano i Lanzieri:19 veramente non è una strada, è un angiporto, una specie di canale nero, che passa sotto due archi e dove pare raccolta tutta la immondizia di un villaggio africano. Ivi, a un certo punto, non si può procedere oltre: il terreno è lubrico20 e lo stomaco spasima.21 In sezione Vicaria,22 vi siete stato? Sopra tutte le strade che la traversano, una sola è pulita, la via del Duomo: tutte le altre sono rappresentazione della vecchia Napoli, affogate, brune, con le case puntellate, che cadono per vecchiaia. Vi è un vicolo del Sole, detto così perché il sole non vi entra mai; vi è un vicolo del Settimo Cielo, appunto per l altitudine di una strisciolina di cielo, che apparisce fra le altissime e antiche case. Attorno alla piazzetta dei SS. Apostoli vi sono tre o quattro stradette: Grotta della Marra, Santa Maria a Vertecoeli, vicolo della Campana, dove vive una popolazione magra e pallida, appestata dalla fabbrica del tabacco che è lì, appestata dalla propria sudiceria; e tutti i dintorni di Castelcapuano, di questa grande e storica Vicaria, sembrano proprio il suo ambiente, vale a dire putridume materiale e morale, su cui sorge l estremo portato di questa società povera e necessariamente corrotta; la galera. La sezione Mercato? Ah, già: quella storica, dove Masaniello23 ha fatto la rivoluzione, dove hanno tagliato il capo a Corradino di Svevia;24 sì, sì, ne hanno parlato drammaturghi e poeti. Se ne traversa un lembo, venendo in carrozza dalla ferrovia, ma si esce subito alla Marina. Al diavolo la poesia e il dramma! In sezione Mercato, niuna strada è pulita; pare che da anni non ci passi mai lo spazzino; ed è forse la sporcizia di un giorno. Ivi è il Lavinaio, la grande fonte, dove si lavano tutti i cenci luridi della vecchia e povera Napoli: il Lavinaio, che è il grande ruscello, dove il luridume viene a detergersi superficialmente; tanto che per insultare bonariamente un napoletano, 14 selciate: pavimentate. 15 via di Mezzocannone: antica arteria stradale che scende dalla piazza di San Domenico verso il porto. 16 feccia: liquido denso di scarto, deposito melmoso. 17 Gradelle di S. Barbara: via a gradini allora abitata dalle prostitute (poco più avanti definite, come in precedenza, femmine disgraziate). 18 educandato: collegio femminile. 19 un altra strada Lanzieri: vicolo a ri- 164 / IL SECONDO OTTOCENTO dosso dell attuale Rettifilo, che sbocca in piazza Portanuova. 20 lubrico: scivoloso. 21 lo stomaco spasima: chi vi passa è preso dal voltastomaco. 22 sezione Vicaria: è una zona che prende il nome dal vicino tribunale di Castel Capuano (detto la Vicaria ). 23 Masaniello: Tomaso Aniello detto Masaniello (1620-1647), il pescivendolo che si fece agitatore politico, guidando la rivolta della plebe napoletana esasperata dall ec- cessivo fiscalismo (7 luglio 1647). Dopo la fuga del viceré, prese il potere, ma pochi giorni dopo, abbandonato dai suoi stessi sostenitori (che temevano una radicalizzazione della rivolta), fu ucciso. 24 Corradino di Svevia: l ultimo discendente della casa di Svevia. Sollecitato dai ghibellini italiani a rivendicare il regno di Sicilia, fu sconfitto a Tagliacozzo e fatto decapitare da Carlo d Angiò (1268).

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Dal secondo Ottocento al primo Novecento