Classe di letteratura - volume 3A

Una concezione tragica della Storia e dell umanità La retorica al servizio del potere Le parole di Consalvo evidenziano, con spietata lucidità, la visione pessimistica di De Roberto. Come Verga e Capuana, anche il più giovane esponente del Verismo siciliano non concede spazio a illusioni di rinnovamento sociale e politico: gli ideali del Risorgimento, nobili e sinceri, sono stati in realtà del tutto svuotati e resi inoffensivi da una classe dirigente astuta, che è rimasta al potere riciclandosi con arroganza e cinismo. L autore fa dire al protagonista che la storia è una monotona ripetizione (r. 39), un riprodursi perpetuo degli stessi meccanismi di violenza e sopraffazione, un processo di falsi cambiamenti destinato sempre a esaurirsi in un egoistico, perenne immobilismo. Le scelte stilistiche La teatrale allocuzione di Consalvo, alla fine, ha ottenuto il risultato che l oratore si era prefissato: soggiogata dall eloquenza del nipote (rr. 63-64), la vecchia zia non replica più, convinta ormai anche lei della validità delle argomentazioni del nipote. Nascosto dal principio verista dell impersonalità, De Roberto affida al protagonista il compito di illustrare la propria concezione della Storia. Consalvo tiene il suo discorso magniloquente servendosi in modo efficace della propria cultura, citando Salomone e Svetonio, a dimostrazione della validità universale al di là del tempo e dello spazio del proprio pensiero. Lo stile del suo eloquio è un guazzabuglio di espressioni e registri differenti, caratterizzati da sentenziosità, domande retoriche, termini colti da un lato e popolari dall altro (neppure molti di quei sovrani erano stinchi di santo, r. 25; Dobbiamo farci mettere il piede sul collo anche noi?, rr. 57-58). L ultima parte del suo discorso, infine, ha l aspetto di un ampollosa prosa secentesca, che ricorda la lingua usata da Manzoni nell Introduzione ai Promessi sposi: una trovata originale con cui De Roberto parodizza implicitamente il culto, tipicamente aristocratico, delle memorie familiari. Michele Cammarano, Ozio e lavoro, 1863 ca. Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte. LA CORRENTE / IL NATURALISMO E IL VERISMO / 159

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento