Classe di letteratura - volume 3A

35 40 45 50 Persino Négrel, a dispetto di tutto il suo coraggio, adesso era preso da un panico che stentava a dominare, quanto più lo giudicava irragionevole. Sparita dentro il fieno, Cecilia8 non dava segno di vita; mentre gli altri, per quanto si proponessero di stornare gli occhi9 dalla scena, come affascinati seguitavano a guardare. Quel che passava lì davanti era il minaccioso preludio d una rivoluzione che a breve scadenza fatalmente li travolgerebbe tutti. Sì, il secolo non volgerebbe a termine, che in una rossa sera come questa, il popolo scatenato strariperebbe così per le strade: grondante del sangue della borghesia, agiterebbe sulle picche delle teste, sventrerebbe i forzieri e ne seminerebbe l oro. Le donne urlerebbero; minacciosi come questi, gli uomini spalancherebbero fauci di belva. Sì, sarebbero gli stessi cenci che ricomparirebbero, lo stesso strepitio di zoccoli che rintronerebbe le vie; sarebbe la stessa raccapricciante folla, lacera, sudicia, dal fiato appestato, che spazzerebbe via il vecchio mondo sotto la sua barbarica spinta irresistibile. Incendi fiammeggerebbero; delle città non resterebbe pietra su pietra; si ritornerebbe all esistenza selvaggia dei boschi, dopo il pauroso esplodere di foia,10 dopo l immane orgia11 che vedrebbe in una notte i diseredati sfiancare12 le donne dei ricchi, mettere a sacco13 le loro cantine. Più nulla resterebbe; non un soldo delle fortune accumulate, non un titolo o una posizione sociale; sino al giorno in cui forse un nuovo mondo sorgerebbe sulle rovine dell antico. Sì, era un avvisaglia di questo, ciò che ora si scatenava su quella strada con la irresistibilità d una forza di natura; era dell imminente ciclone che essi ora ricevevano in viso la ventata che bastava a farli trascolorire. Un grido sorse che soverchiò il canto della «Marsigliese : «Pane! pane! pane! . 8 Cecilia: la fidanzata dell ingegnere Négrel. 9 stornare gli occhi: distogliere lo sguardo. 10 foia: frenesia. 11 orgia: eccitazione. 12 sfiancare: violentare. 13 mettere a sacco: saccheggiare. DENTRO IL TESTO La rabbia proletaria e il terrore borghese L oggettività al servizio della giustizia I contenuti tematici Protagonista del brano è la massa, la folla disperata composta dai minatori e dalle loro famiglie. L autore rende alla perfezione la loro esasperazione accentuando la deformità dei gesti e dei volti. Nel descrivere la scena, Zola rinuncia però allo sguardo dall alto: venuta meno la figura del narratore onnisciente, egli acquisisce il punto di vista dei borghesi che, inorriditi e spaventati, assimilano i lavoratori a bestie feroci, prive di umanità. Nella loro ottica, si tratta di ghigne spaventose (r. 17), di banditi (r. 18). In fondo, quello a cui assistono non è altro che uno spettacolo (r. 26): nessuna pietà né tanto meno comprensione affiorano nei loro sguardi. Le scelte stilistiche Coerente con i princìpi del suo metodo scientifico, Zola assembla un documento umano tratto dalla realtà e ispirato a uno sciopero di minatori della Loira cui aveva realmente assistito nel 1869. La narrazione della vicenda è condotta senza sentimentalismi, ma l oggettività ricercata dall autore non deve trarre in inganno. Nella rappresentazione dei minatori, infatti, trapela la sua polemica nei confronti della classe borghese, che guarda con repulsione e cinismo la folla dei miseri: chiusa nella difesa dei propri privilegi, non può comprendere le ragioni della lotta degli oppressi, che appaiono ai suoi occhi al pari delle donne, Urlanti e gesticolanti (r. 1), scarmigliate (rr. 1-2) e mal coperte da cenci (r. 2) come forsennati (r. 8), bestie accecate dall odio. LA CORRENTE / IL NATURALISMO E IL VERISMO / 147

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento