T1 - Il sogno della città e la noia della provincia

Il sogno della città e la noia della provincia / T1 / Gustave Flaubert, Madame Bovary, I, cap. 9 / Una ribellione morale e letteraria / Dopo aver partecipato a un ballo al castello del marchese di Andervilliers, Emma si getta a capofitto nel mondo fittizio delle proprie infatuazioni. Compra una piantina di Parigi, legge romanzi e riviste mondane, sogna a occhi aperti un altra vita, dorata e splendente, tra ricevimenti, lussi e passioni. I suoi slanci romantici devono però fare i conti con l angusta realtà, sempre uguale, delle sue miserie quotidiane. 5 10 15 20 25 30 Com era Parigi? Che nome pieno di smisurate promesse! Le piaceva ripeterlo a mezza voce; le risonava negli orecchi come lo scampanio di una cattedrale, fiammeggiava ai suoi occhi perfino sulle etichette dei vasetti delle creme. La notte, quando i pescivendoli, sui loro carretti, passavano sotto le sue finestre cantando la Marjolaine,1 Emma si svegliava, ascoltava lo strepito delle ruote cerchiate di ferro che si smorzava sulla terra battuta all uscita del villaggio e si diceva: Domani saranno laggiù! . Li seguiva con il pensiero, mentre salivano e scendevano nel superare le colline, mentre attraversavano i villaggi, mentre correvano sulla strada maestra al chiarore delle stelle. Al termine di una distanza imprecisata v era sempre l immagine confusa di una piazza ove il suo sogno aveva fine. Comperò una piantina di Parigi: facendo scorrere la punta del dito sulla carta, immaginava di fare lunghe passeggiate nella capitale. Risaliva i boulevards,2 si fermava ad ogni angolo formato dalle linee delle strade, davanti ai quadratini bianchi che rappresentavano le case. Alla fine aveva gli occhi stanchi: chiudeva le palpebre e nel buio vedeva palpitare al vento le fiammelle dei lampioni a gas o immaginava i predellini delle carrozze che ricadevano con gran fracasso davanti ai colonnati dei teatri. Si abbonò a un giornale femminile, il Cestino, e allo Spirito dei salotti.3 Divorava, senza lasciarsi sfuggire nulla, tutte le cronache delle prime,4 delle corse, delle serate, si interessava al debutto di una cantante o all apertura di un negozio. Si teneva al corrente con la moda, conosceva gli indirizzi dei buoni sarti, i giorni in cui il bel mondo andava al Bois5 o all Opéra.6 Studiò gli arredamenti descritti da Eugène Sue,7 lesse Balzac e George Sand,8 cercando in queste letture un immaginario soddisfacimento alle proprie brame. Portava i libri anche a tavola e li sfogliava mentre suo marito, mangiando, cercava di conversare. [ ] Parigi, più vasta di un oceano, scintillava dunque agli occhi di Emma, avvolta da un atmosfera purpurea. I molteplici aspetti della vita che si agitava in quel tumulto erano però ben suddivisi e classificati in quadri distinti. Emma ne prendeva in considerazione soltanto due o tre, i quali finivano per cancellare tutti gli altri e per rappresentare da soli l intera umanità. L ambiente nel quale si muovevano gli ambasciatori erano i saloni dai pavimenti lucidi, dalle pareti rivestite di specchi, in mezzo ai quali si trovavano tavole ovali ricoperte da tappeti di velluto con la frangia d oro. Non mancavano gli abiti a 1 Marjolaine: canzone popolare dell epoca. 2 i boulevards: i viali di Parigi. 3 Cestino Spirito dei salotti: giornali di pettegolezzi. 4 prime: le prime rappresentazioni di uno spettacolo. 5 Bois: Bois de Boulogne, grande parco parigino, all epoca punto d incontro della buona società. 6 Opéra: il principale teatro di Parigi, fondato nel 1669 da Luigi XIV. 7 Eugène Sue: scrittore francese (1804- 1857), autore del famoso romanzo d appendice I misteri di Parigi (1843). 8 George Sand: pseudonimo della scrittrice francese Aurore Dupin (1804-1876), prolifica autrice di romanzi passionali. LA CORRENTE / IL NATURALISMO E IL VERISMO / 135

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento