Ai margini del Verismo

IN BREVE Caratteristica del Verismo è una voce narrante che, assumendo di volta in volta il punto di vista dei personaggi, diviene voce corale. Le scelte formali veriste Per mettere in pratica tale proposito, i Veristi elaborano specifiche tecniche espressive: da un lato attribuiscono alla voce narrante il punto di vista corale dei personaggi, dall altro evitano il ricorso al dialetto, in modo da rivolgersi a tutto il pubblico nazionale. La soluzione è, per così dire, un compromesso: un italiano accessibile a tutti, che non rinunci però al colore locale grazie a pochi inserti regionali e a un più ampio utilizzo del parlato popolare (proverbi, modi di dire, metafore). | AI MARGINI DEL VERISMO | La freddezza del pubblico La produzione verista ha vita breve e riceve scarso consenso da parte del pubblico, salvo essere rivalutata nel corso del Novecento, in un contesto culturale del tutto mutato. Concentrata tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli Ottanta, essa viene infatti presto messa in crisi dal clima montante del Decadentismo e del dannunzianesimo. Intorno agli anni Ottanta dell Ottocento il Verismo esaurisce la sua spinta lasciando spazio al Decadentismo e al dannunzianesimo. Autori affini al Verismo L assenza di un programma definito e quindi di una vera e propria scuola consente però di annettere nella corrente verista esperienze anche molto diverse tra loro, accomunate soltanto da una più o meno sentita aderenza al vero . Tale adesione infatti dà vita a esiti molto diversi tra loro. Impegnati nella denuncia sociale sono, per esempio, alcuni autori, collocabili tra Verismo e Scapigliatura, quali Cletto Arrighi (1830-1906), Ferdinando Fontana (1850-1919) e Paolo Valera (1850-1926, p. 28). Vicini al Verismo sono anche gli scritti nei quali prevale una tendenza regionale al bozzetto paesano e campagnolo, come quelli dei toscani Mario Pratesi (1842-1921) e Renato Fucini (1843-1921) e della piemontese Marchesa Colombi (nom de plume di Maria Antonietta Torriani, 1840-1920). A Napoli opera invece la giornalista e scrittrice Matilde Serao (1856-1927), che, in narrazioni a metà strada tra l inchiesta e il romanzo, descrive con vivacità le grandezze e le miserie del popolo partenopeo. A un certo verismo, però venato di morbose sensualità, si possono ascrivere anche gli esordi narrativi di Gabriele d Annunzio (1863-1938), autore di novelle ambientate nel nativo Abruzzo (Terra vergine, 1882). Una posizione particolare assume infine l opera della scrittrice sarda Grazia Deledda (1871-1936), premio Nobel nel 1926, alla quale dedichiamo un unità a parte: il mondo remoto dei suoi romanzi è simile all ambiente popolare delle prose di Verga e Capuana, anche se le inquietudini dei suoi tormentati personaggi avvicinano l opera della Deledda alla complessa cornice della produzione letteraria del Decadentismo. NATURALISMO E VERISMO A CONFRONTO Naturalismo Origine Verismo filosofia positivistica Rapporto con la tradizione rifiuto della letteratura romantica, basata sul sentimento Tecnica narrativa Poetica impersonalità studio scientifico della società ricerca del vero Ambiente classe operaia, sobborghi urbani mondo rurale del Sud Italia Ideologia progressista conservatrice fiducia nel cambiamento sociale pessimismo fatalista scandalo e successo indifferenza Atteggiamento Riscontro del pubblico 132 / IL SECONDO OTTOCENTO

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento