Classe di letteratura - volume 3A

Foto di gruppo di collegiali, 1885 ca. 65 70 75 80 85 Come peraltro ci sc rse, cessò di fare la ruota. Fu lui che ne sportellò la carrozza28 e scese lo smontatojo,29 che offerse il br ccio a mia madre e trasportò me a basso, che infine, ricevuta rispettosamente da babbo una stretta di mano, si prese il piacere, anzi l onore, scambiando ad ogni scio sm rfie e cerim nie pel passo, di condurci al suo st dio. Oh! che st dio: il più lustro ch io vedessi mai! Salvo che nel soppalco, macchiato da certi segni che parevan di tappi, di zaffate di vino, io mi specchiava dovunque; e nelle pareti a stucco e nel pavimento alla Veneziana a prop sito del quale domando io se l è un gusto da vero quello di stare sempre lì lì per rompersi una vértebra e nei m bili a l cido e in due gran busti di marmo Carrara (Cicerone ed Or zio) dal lusinghiero, innocentino sorriso Ipocritoni! E il signor Provérbio ci avvicinò delle sédie coperte di sdrucciolévole pelle sédie che acconsent vano30 siccome toppi31 di legno. Un po di gonfiatura,32 poi, la porta si schiuse: 1° a un servitorino, tonduto al par di un barbone in primavera, che entrava reggendo un vassojo con aque c ncie,33 parte giall gnole e parte rossigne; 2° ad una donn ccia vestita di una cal nca,34 sorella, credo, a le due tende in tela parpaglionata,35 le quali giustamente pendévano nello studi lo una donn ccia che pendea alla chinesina36 e pei capelli strappati all indietro e per gli occhi a mandorla e per la tentennante andatura, effetto, là in Pagodia,37 di piedi strozzati entro scarpine di porcellana; qua, di qualche osso fuori di casa.38 «La è la nostra massaja! esclamò il direttore pigliandola per un dito e presentandocela come il cavallerizzo fa con una Miss sfondatrice di cerchi incartati. «Mia moglie Gemma . Inchino generale: altra incensata.39 Mentre t tubo ancora a toglier l eletta40 tra le due sorta di aque tinte, il signor Giosuè batténdomi una spalla, vuole ch io lo inscriva pel mio più buono amico;41 la signora Gemma, toccandomi l altra, promette di pettinarmi ella stessa: tutti e due dil viano in tanti punti di esclamazione, in tante lodi che sembra non bbiano, se non per me, edificato il loro collégio. Pr prio come il Dio delle scolette42 (il Dio stoppabuchi)43 trapuntò il cielo di fiamme a passatempo dell uomo e seminò i p poli per quello di pochi frustamattoni,44 i re. Ma quando il nostro becco fu molle45 ed ai Provérbio aridì46 desider ndolo babbo, ci alzammo a visitare la f brica.47 E lì, allora, vedemmo una grande 28 ne sportellò la carrozza: ci aprì lo spor- tello della carrozza. 29 smontatojo: predellino della carrozza. 30 che acconsent vano: cedevoli, morbide. 31 toppi: ceppi, tronchi. 32 Un po di gonfiatura: dopo che il professor Proverbio si fu pavoneggiato di fronte ai genitori dell io narrante. 33 aque c ncie: bibite. 34 cal nca: tela stampata. 35 parpaglionata: disegnata a farfalle (il parpaglione è, appunto, una farfalla di grandi dimensioni). 36 pendea alla chinesina: sembrava una cinese. 37 Pagodia: Cina, in quanto terra delle pagode (edifici di culto buddhisti). 38 fuori di casa: fuori posto. 39 incensata: scambio di complimenti. 40 toglier l eletta: prendere la prescelta. 41 ch io amico: che io lo consideri il mio migliore amico. 42 il Dio delle scolette: l autore probabilmente si riferisce alle scuole di catechismo, dove veniva insegnato il biblico racconto della creazione del mondo contenuto nel libro della Genesi. 43 il Dio stoppabuchi: Dio visto come spiegazione semplicistica di ciò che l uomo non riesce a spiegare con la ragione. 44 frustamattoni: perdigiorno, persone inutili. 45 quando il nostro becco fu molle: dopo aver bevuto. 46 ai Provérbio aridì: i Proverbio finirono i loro discorsi. 47 f brica: l edificio del collegio. LA CORRENTE / LA SCAPIGLIATURA / 117

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Dal secondo Ottocento al primo Novecento