Classe di letteratura - volume 2

Glossario Ottonario Nella metrica italiana, verso composto di 8 posizioni metriche , con gli accenti principali sulla 3ª e 7ª sillaba. Adoperato fin dalle origini della nostra letteratura, l o. rimase in voga fino a tutto il XV sec.; nel Novecento fu utilizzato da G. Pascoli, che sperimentò anche schemi inconsueti. P Palinodia Componimento poetico o discorso nel quale si ritrattano opinioni già professate, illustrando i motivi del cambiamento. La testimonianza più antica del termine risale a Stesicoro che nell ode Palinodia trattò il mito di Elena secondo una versione diversa dalla tradizione più comune, che considerava l eroina spartana la causa prima della guerra di Troia e che lui stesso aveva accolto nell Elena. Parallelismo In retorica, procedimento consistente nel dare rilievo allo sviluppo di un idea mediante una disposizione simmetrica di brevi concetti, per lo più in coppia; nella poesia tale disposizione si risolve spesso in simmetria di ritmo. Esempi: «Dolci ire, dolci sdegni et dolci paci, / dolce mal, dolce affanno et dolce peso, / dolce parlare, et dolcemente inteso (F. Petrarca, Canzoniere, 205, 1-3). Paratassi In sintassi, il collegamento tra due o più proposizioni all interno di un periodo, mediante giustapposizione o coordinazione e non mediante subordinazione. Parodia Travestimento burlesco di un opera d arte, a scopo satirico, umoristico o anche critico, consistente, nel caso di opere di poesia (meno spesso di prosa), nel contraffare i versi conservandone la cadenza, le rime, il tessuto sintattico e alcune parole e, nel caso di opere musicali, nel sostituire le parole del testo originario, conservando intatto o con leggere variazioni il motivo. Con accezione più generica, imitazione deliberata, con intento più o meno caricaturale, dello stile caratteristico di uno scrittore, di un musicista, di un regista ecc., realizzata inserendo nella nuova composizione passi che ne rievochino con immediatezza la maniera. Esempi: il sonetto di F. Berni Chiome d argento fino, che contraffà il sonetto di P. Bembo Crin d oro crespo; Eneide travestita di G.B. Lalli; il poema Morgante di L. Pulci. Paronomasia Figura retorica, detta anche annominazione, che consiste nell accostare due parole simili nel suono ma distanti nel significato; lo scopo è di creare una tensione semantica fra le voci coinvolte. Pastiche Opera letteraria, artistica, musicale in cui l autore ha volutamente imitato lo stile di un altro autore (o di altri autori). Anche, composizione, per lo più letteraria o musicale, risultante dalla giustapposizione di brani di opere diverse di un solo autore o di più autori che utilizzano stili e linguaggi diversi. Perifrasi Circonlocuzione o giro di parole con cui si significa una qualsiasi realtà cui ci si potrebbe riferire direttamente con un unico termine. Esempi: «Colui che tutto move (Dante, Paradiso, I, 1), per definire Dio, motore dell universo; sì ch io celato sia da quella cruda / e cieca dea, ch è cieca e pur mi vede (T. Tasso, Rime, 573, 14-15), per indicare la sorte rappresentata allegoricamente come una dea bendata. Pleonasmo Espressione sovrabbondante, che consiste in una o più parole grammaticalmente o concettualmente non necessarie. Il p., che non implica una violazione di regole grammaticali, è frequente nel linguaggio familiare e non è raro nella lingua letteraria. Poliptoto Figura retorica che consiste nel ripetere una parola già usata a breve distanza, modificandone il caso (o, nelle lingue non flessive, la funzione sintattica), il genere, il numero, il modo e il tempo. Polisindeto Ripetizione della congiunzione tra più periodi, proposizioni o membri di proposizione fra loro coordinati. Esempio: «e intanto fugge; e van con lui; E mentre io (U. Foscolo, Alla sera, vv. 10-13). Preterizione Figura retorica che consiste nell affermare di voler tacere qualcosa di cui tuttavia si parla o comunque si fa cenno. L effetto ricercato è, in realtà, di mettere in evidenza ciò che apparentemente viene tralasciato. Nel discorso comune compaiono molte forme rituali di p. ( meglio non parlare di , per non dire ecc.). Esempio: «Cesare taccio che per ogni piaggia / fece l erbe sanguigne / di lor vene (F. Petrarca, Canzoniere, 128, 49-51). Prolessi Costruzione sintattica (detta anche anticipazione) in cui una o più parole (o un intera proposizione) sono collocate prima di ciò che sarebbe richiesto dal costrutto ordinario. Esempio: «Guarda la mia virtù s ell è possente (Dante, Inferno, II, 11). Prosopopea Figura retorica che consiste nel raffigurare come persone esseri inanimati o entità astratte. Prostesi fenomeno fonetico che consiste nello sviluppo di un suono non etimologico all inizio di una parola. Esempio: «nella sala fui quasi per ismarrirmi (Ippolito Nievo, Le confessioni d un italiano, cap. 10). Q Quartina Strofa di 4 versi, di qualsiasi misura. Si usarono q. monorime nella poesia ritmica latino-medievale. Nella poesia italiana la q. si trova per lo più in combinazione con altre strutture strofiche a formare componimenti di diversa natura; per es., le 2 q. del sonetto (seguite da 2 terzine ) o la ripresa della ballata grande. Un componimento di sole q. è detto anche quarta rima. Quinario Nella metrica, verso composto di 5 sillabe (o, più propriamente, di 5 posizioni metriche ), con un solo accento principale sulla 4ª, usato di solito con altri versi, talora anche da solo, specialmente alternando un quinario piano con uno sdrucciolo e viceversa. Due quinari accoppiati in un verso solo formano il quinario doppio, usato anche come metro barbaro per imitare il falecio latino. R Registro (di comunicazione, di espressione) Ogni diverso modo di realizzare, nell atto linguistico, le diverse possibilità che offre un sistema linguistico o dialettale, soprattutto in rapporto al ricevente e alle finalità che chi parla o scrive si propone. 953

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Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento