Classe di letteratura - volume 2

35 40 45 50 55 60 65 70 mantenere a chi pensa che l accettazione e l acquisto dell idioma fiorentino sia il mezzo che possa dare di fatto all Italia una lingua comune. Senza il municipali smo di Roma e di Parigi non ci sarebbe stata, né lingua latina, né lingua francese. [ ] Riconosciuta poi che fosse la necessità d un tal mezzo, la scelta d un idioma che possa servire al caso nostro, non potrebbe esser dubbia; anzi è fatta. Perché è appunto un fatto notabilissimo questo: che, non c essendo stata nell Italia mo derna una capitale che abbia potuto forzare in certo modo le diverse province a adottare il suo idioma, pure il toscano, per la virtù d alcuni scritti famosi al loro primo apparire, per la felice esposizione di concetti più comuni, che regna in molti altri, e resa facile da alcune qualità dell idioma medesimo, che non importa di specificar qui, abbia potuto essere accettato e proclamato per lingua comune dell Italia,11 dare generalmente il suo nome (così avesse potuto dar la cosa) agli scritti di tutte le parti d Italia, alle prediche, ai discorsi pubblici, e anche privati, che non fossero espressi in nessun altro de diversi idiomi d Italia. E la ragione per cui questa denominazione sia stata accettata così facilmente, è che esprime un fatto chiaro, uno di quelli la di cui virtù è nota a chi si sia. Ognuno infatti, che non sia preoccupato da opinioni arbitrarie e sistematiche,12 intende subito che per poter sostituire un linguaggio novo a quello d un paese, bisogna prendere il linguaggio d un altro paese. S aggiunga un altro fatto importante anch esso, cioè che, o tutti o quasi tutti quelli che negano al toscano la ragione di essere la lingua comune d Italia, gli concedono pure qualcosa di speciale, una certa qual preferenza, un certo qual privilegio sopra gli altri idiomi d Italia [ ]. da osservarsi, del rimanente, che la denominazione di lingua toscana non corrisponde esattamente alla cosa che si vuole e si deve volere, cioè a una lingua una; mentre il parlare toscano è composto d idiomi pochissimo dissimili bensì13 tra di loro, ma dissimili, e quindi non formanti una unità. Ma l improprietà del vocabolo non potrà cagionare equivoci, quando si sia, in fatto, d accordo nel con cetto; in quella maniera che le denominazioni di latino, di francese, di castigliano, quantunque derivate, non da delle città, ma dai territori, non hanno impedito che per latino s intendesse il linguaggio di Roma, come, per francese e per castigliano, s intendono quelli di Parigi e di Madrid. Uno poi de mezzi più efficaci e d un effetto più generale, particolarmente nelle nostre circostanze, per propagare una lin gua, è, come tutti sanno, un vocabolario. E, secondo i princìpi e i fatti qui esposti, il vocabolario a proposito14 per l Italia non potrebbe esser altro che quello del lin guaggio fiorentino vivente. 11 lingua comune dell Italia: s intende in ambito letterario, dove il ruolo dominante del toscano è fuori discussione. 12 opinioni sistematiche: pregiudizi accademici. 13 bensì: certamente. 14 a proposito: adatto. 852 / IL PRIMO OTTOCENTO Ritratto del ministro Emilio Broglio.

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Dal Seicento al primo Ottocento