Pagine di realtà - L’uomo di ogni tempo di fronte alla

AGENDA 2030 cazion CA e CIVI Pagine di realtà OBIETTIVO E BENESSERE 3 SALUTE Edu L uomo di ogni tempo di fronte alla paura del contagio La pandemia da Covid-19, diffusasi nel mondo dall inizio del 2020, è stata da molti accostata alla peste. Fortunatamente il tasso di letalità di questo virus non è quello dell epidemia manzoniana, eppure alcune reazioni delle persone di fronte al dilagare del contagio sono molto simili a quelle descritte da Manzoni nei capitoli dei Promessi sposi dedicati al racconto della pestilenza: a colpire (in particolare nei capitoli XXXI-XXXII) è soprattutto la disamina di certe dinamiche psicologiche, sociali, politiche: un altra prova della perenne attualità dei grandi classici. Il filosofo e psicanalista Massimo Recalcati (n. 1959) riflette sui cambiamenti che l esperienza inattesa e drammatica della recente pandemia ha determinato nelle nostre vite. Massimo Recalcati. Il distanziamento sociale ha cambiato le abitudini e la percezione dell altro . La prima manifestazione della sofferenza che ha coinciso con lo scoppio dell epidemia ha assunto le forme dello spavento e dell angoscia nei confronti di una minaccia che si è rivelata, al tempo stesso, indeterminata e incombente. Questo ha innescato comportamenti collettivi regressivi di cui sono stati esempi i saccheggi dei supermercati e gli assalti ai treni, la fuga dai territori più colpiti dal virus, dal Nord verso il Sud. L esigenza impellente era quella di allontanarsi il più rapidamente possibile dal pericolo ma, come avviene nella tragedia greca, coloro che vogliono allontanarsi dal male divengono spesso un loro tremendo diffusore. Il carattere sistemico dell epidemia ha del resto soppresso l idea che possa esistere davvero un fuori pericolo , un luogo non ancora intaccato dalla presenza minacciosa del virus. Pandemia significa infatti che il virus è dappertutto e che non può esistere un luogo sicuro nel quale rifugiarsi. In quelle settimane la sensazione più diffusa è stata quella dell intrappolamento. Di qui la diffusione del panico che ha segnalato il venir meno dello scudo protettivo (fobico-paranoico) che abitualmente difende i nostri confini identitari dal rischio di subire una intrusione: distinguere l amico dal nemico, il familiare dall estraneo, il conosciuto dallo sconosciuto, il buono dal cattivo. Con la deflagrazione dell epidemia tutte queste distinzioni sono state polverizzate e le nostre carte si sono mescolate drammaticamente: chi è davvero amico e chi è davvero nemico? Chi è familiare e chi è estraneo? Di chi mi posso fidare e di chi no? Il virus ha scompaginato brutalmente queste ripartizioni ordinarie tracciando una nuova geografia nella quale l amico, il congiunto, il padre, il figlio, persino il medico o io stesso, possono rivelarsi veicoli della malattia e della morte. La risposta sanitaria alla minaccia pervasiva del virus è stata quella del confinamento. In questo modo si è provato a restaurare le barriere difensive che l impalpabilità oscura del nostro nemico aveva fatto saltare. Per questa ragione molti pazienti hanno vissuto la reclusione forzata della prima ondata come un sollievo. Il distanziamento sociale e il confinamento non solo li proteggeva dal rischio del contagio ma, soprattutto, dal punto di vista psichico, li sollevava dal peso di stare nel mondo, della competizione, del confronto con gli altri, della relazione. Perdere la possibilità delle relazioni non è stato per tutti una privazione. Per diversi è stata, almeno inizialmente, una liberazione, una benvenuta disintossicazione psichica. Ma questo effetto non è durato molto. Lo strano benessere del sentirsi tagliati fuori dal mondo ha lasciato il posto ad una profonda angoscia depressiva, individuale e collettiva. Ci siamo chiesti e continuiamo a chiederci se avremo ancora la possibilità di incontrare il mondo come lo conoscevamo prima. Il rischio che abbiamo avvertito e ancora avvertiamo è quello di perdere il mondo come lo abbiamo conosciuto e amato. quello che si rivela in modo eclatante nel delirio psicotico della fine del mondo. Questo delirio si è presentato paradossalmente 841

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento