Classe di letteratura - volume 2

165 Toccano finalmente quella riva; Renzo vi si slancia; ringrazia Dio tra sé, e poi con la bocca il barcaiolo; mette le mani in tasca, tira fuori una berlinga,76 che, attese77 le circostanze, non fu un piccolo sproprio,78 e la porge al galantuomo; il quale, data ancora una occhiata alla riva milanese, e al fiume di sopra e di sotto, stese la mano, prese la mancia, la ripose, poi strinse le labbra, e per di più ci mise il dito in croce,79 accompagnando quel gesto con un occhiata espressiva; e disse poi: «buon viaggio , e tornò indietro. 76 berlinga: moneta milanese d argento. 77 attese: date. 78 sproprio: spesa. 79 il dito in croce: per assicurare silenzio. DENTRO IL TESTO Nella selva oscura La voce del fiume La mente cinematografica di Renzo I contenuti tematici Renzo avanza solo, intimorito dal buio, dai luoghi sconosciuti, dalla solitudine, dal rabbioso latrare dei cani. Quella dell eroe che di notte si inoltra nel bosco è una situazione tipica delle fiabe, a cui riportano anche la formula iniziale (Cammina, cammina, r. 1) e le fantasticherie alle quali si abbandona, suscitate dalle novelle sentite raccontar da bambino (r. 9). Come Dante all inizio della Divina Commedia, anche Renzo si ritrova in una selva oscura, reale e insieme proiezione degli errori commessi e del suo stato d animo pervaso d angoscia. Man mano che procede nella vegetazione selvatica così diversa dall ordinata campagna coltivata, cui è abituato sente crescere l inquietudine. Gli alberi che prendono ai suoi occhi forme mostruose, l ombra delle cime (rr. 17-18) mosse dal vento, lo scrosciar delle foglie secche (r. 19) sotto i suoi piedi, tutto lo urta e lo spaventa. La fredda brezza novembrina penetra sotto i panni e lo intirizzisce, levandogli le ultime forze. Manzoni evita di inscenare piogge e tempeste, così care al gusto degli scrittori romantici: il suo eroe non è un personaggio d eccezione che deve fronteggiare eventi straordinari, ma un paesano spaurito e sfiancato da eventi più grandi di lui nei quali si è trovato coinvolto. A un passo dal crollare, è tentato dall idea di rinunciare e tornare indietro per cercare rifugio all osteria, con il rischio di venire scoperto e catturato. Quando la suspense tocca il vertice, ecco che finalmente Renzo sente un rumore, un mormorìo, un mormorìo d acqua corrente. Sta in orecchi; n è certo; esclama: è l Adda (rr. 3233): la tanto sospirata voce del fiume, nel quale ritrova un amico, un fratello, un salvatore (r. 34). In poco più di una riga, il narratore inanella così tre climax: se i primi due accompagnano la presa di coscienza, il terzo sottolinea il prorompere dell esultanza, che aumenta alla vista delle acque che l hanno visto crescere, poco più a nord. Dalla sponda del fiume Renzo vede all orizzonte una gran macchia biancastra (r. 41), nella quale identifica Bergamo. Rinfrancato, il giovane ritrova il coraggio e il sangue freddo. Si rende conto che tentare un guado solitario, di notte, sarebbe un impresa temeraria. Arrampicarsi su una pianta o passeggiare innanzi e indietro (r. 51) sino all alba stroncherebbe il suo fisico già provato. Decide allora di cercare ricovero in una di quelle capanne coperte di paglia (r. 55) costruite dai contadini della zona, per poi cercare di attraversare il fiume il giorno successivo. Renzo ha messo da parte il carattere impetuoso, adottando una decisione di buon senso in una situazione ardua. Il suo processo di maturazione conosce in questa notte una tappa cruciale . Le scelte stilistiche Giunto nella capanna, Renzo ringrazia la Provvidenza per avergli fatto trovare un giaciglio, prega e chiede perdono per la condotta sconsiderata tenuta il giorno precedente. Raduna un po di paglia e vi si stende: ma quando chiude gli occhi non riesce ad addormentarsi. A impedirlo, insieme alla stanchezza, è l assalto delle emozioni, che scatenano nella sua mente un instancabile andare e venire di gente (rr. 76-77). 830 / IL PRIMO OTTOCENTO

Classe di letteratura - volume 2
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Dal Seicento al primo Ottocento