La vicenda editoriale

IN BREVE La trama mantiene alcuni temi della tradizione romantica, ma l autore riscrivendo il testo cerca di attenuare questi aspetti. ambito soprattutto saggistico. Fonti principali sono gli elenchi di gride pubbliche, ovvero i provvedimenti legislativi emanati dai governatori di Milano, le opere sulla peste di Giuseppe Ripamonti e Alessandro Tadino, due storici vissuti nel XVII secolo, gli scritti giuridici degli Illuministi lombardi, i saggi sull economia pubblicati da Melchiorre Gioia (1767-1829). Sulla scelta di evitare ambientazioni contemporanee ha certo un peso la repressione austriaca, che negli anni della composizione del romanzo si abbatte con violenza sulla nobiltà milanese: Manzoni ha davanti agli occhi l esempio del coetaneo Federico Confalonieri, arrestato per cospirazione nel 1821 e condannato a morte (pena poi commutata nella reclusione in un carcere durissimo, lo Spielberg). Sceglie allora un periodo in cui la realtà dell oppressione asburgica possa comunque essere riconosciuta in controluce: gli pare perfetto il Seicento, secolo della peste, epoca di estrema decadenza per la Lombardia, in balia dei governanti spagnoli incapaci e corrotti. Un romanticismo moderato ma non troppo Se è vero che il primo impulso a comporre un romanzo storico viene a Manzoni dalla lettura di Ivanhoe, è altrettanto vero che, a differenza dello scrittore scozzese Walter Scott (1771-1832), egli non indulge al pittoresco, alle avventure rocambolesche, agli eroi eccezionali. Ciò non significa naturalmente che nelle sue pagine manchino influenze del primo Romanticismo (come il castello sinistro, tipico dei romanzi gotici), o della narrativa nera settecentesca. A questa, d altronde, si possono ricondurre il nucleo centrale dell intreccio, che verte sul tentato rapimento di una fanciulla innocente da parte di un nobile corrotto, e la più celebre digressione, che rievoca gli oscuri maneggi di una monaca assassina e del suo amante: tutti ingredienti già reperibili nelle opere di uno scrittore agli antipodi di Manzoni come il dissoluto marchese De Sade (1740-1814). Non a caso nelle successive stesure l autore cercherà di attenuare e dissimulare queste suggestioni più visibili nella prima redazione. | LA VICENDA EDITORIALE | Manzoni scrive la prima versione del romanzo tra 1821 e 1823, intitolata Fermo e Lucia. I punti essenziali della trama sono già presenti e compare una riflessione sulla peste. Il Fermo e Lucia Manzoni pone mano al romanzo il 24 aprile 1821. Il lavoro prosegue sino al 17 settembre 1823 con alcune pause, nel corso delle quali l autore completa Il cinque maggio, l Adelchi e La Pentecoste. Al termine di questo periodo egli ha scritto 37 capitoli, divisi in quattro tomi, nei quali si narra intervallata da lunghe digressioni la storia di un matrimonio ostacolato dal capriccio di un signorotto locale in un borgo del Lecchese. Il supplizio degli untori. Milano, Castello Sforzesco, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli . 790 / IL PRIMO OTTOCENTO

Classe di letteratura - volume 2
Classe di letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento